Camminare sull’acqua

Matteo 14:28-29, “Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull’acqua. E Lui disse: Vieni. E dopo essere sceso dalla barca, Pietro camminò sull’acqua e si avvicinò a Gesù”.

Ciò che Pietro chiede, ciò che Gesù comanda, e ciò che Pietro di conseguenza fa, non è innanzitutto camminare sulle acque, ma venire a Gesù. Pietro chiede al Signore di comandargli di “venire a Lui” ed è questa venuta a Sé che Gesù comanda. Sì, Gesù era in piedi sull’acqua e quindi venire a Lui avrebbe comportato camminare sull’acqua, ma il focus, l’obiettivo, la fine, il premio, lo scopo è arrivare e stare con Cristo. Quindi la richiesta di Pietro, il comando di Gesù, e l’azione di Pietro è una venuta a Cristo stesso. 

Possa essere così anche per noi. Che il nostro desiderio sia quello di venire a Cristo, dovunque Egli è, di venire a Lui, di stare con Lui, di essere trovati in Lui e così essere trovati dov’è Lui. E se Egli sta tra le onde in mezzo alla tempesta fuori dalla nostra barca, così sia. Saremo con Cristo. Ci aggrapperemo a nostro Signore. Tenersi saldi a Lui stando in piedi sul mare in tempesta è assai più desiderabile che rimanere nella “salvezza” della barca dove Lui non si trova.

Cristo è sicurezza, Cristo è certezza. Cosa c’è di più insicuro, pericoloso e inadatto dell’acqua, tra l’altro sballottata dalla tempesta, come appoggio su cui camminare? Quale – umanamente parlando – potrebbe essere una strada peggiore di questa? Eppure, se questa è la via su cui si trova Cristo, essa ci sosterrà, sarà solida sotto i nostri piedi; l’acqua stessa diventerà una strada maestra su cui camminare, se è lì che Cristo si trova.

Fonte: www.fullofeyes.com (https://www.instagram.com/p/CSovx25L0m2/