ABRAMO: LA PARTENZA E L’ARRIVO IN CANAAN (GENESI 12)

1 Il SIGNORE disse ad Abramo: «Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; 2 io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. 3 Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra».
4 Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran. 5 Abramo prese Sarai sua moglie e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che possedevano e le persone che avevano acquistate in Caran, e partirono verso il paese di Canaan. (Gen 12,1-5)

Il viaggio nella fede di Abramo inizia ora. Fino a quel momento, era ancora “incanalato” in una fede familiare, non personale. Dio non era ancora il suo Dio. Però Abramo non tentenna, non fa domande, quindi questo ci fa pensare che, negli anni, le sue orecchie e il suo cuore erano stati educati all’ascolto e alla Verità. “Va’ nel paese che ti mostrerò”… Dio non dice ad Abramo dove andare. Ma bisogna pure iniziare a camminare. Una cosa è certa: non deve tornare indietro, non deve andare a Ur, perché Dio ha espressamente detto di andare via dal suo paese, via dai parenti e dalla casa di suo padre.

Così Abramo fa l’unica cosa di buon senso: va verso Canaan, perché era questa la mèta iniziale a cui Tera mirava. Abramo inizia a camminare per fede, in base ai pochi ma certi dettagli che sa. Dio avrebbe poi corretto il tiro, se necessario.

Da Carran a Canaan, Dio non ferma o devia Abramo, perché l’intuizione è giusta. Infatti, una volta in Canaan, Dio appare ad Abramo e gli dice proprio che…

6Giunsero così nella terra di Canaan, e Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem, fino alla quercia di More. In quel tempo i Cananei erano nel paese.7Il SIGNORE apparve ad Abramo e disse: «Io darò questo paese alla tua discendenza». Lì Abramo costruì un altare al SIGNORE che gli era apparso. (Gen 12, 6-7)

Ad ogni passo di fede, la rivelazione del progetto di Dio per Abramo si fa sempre più dettagliata. Ora Dio parla esplicitamente di discendenza (seme nel testo ebraico) e della terra. È l’incipit della promessa che Dio gli fa.

Noi conosciamo tutta la storia di Abramo fino alla fine, ma lui non aveva idea di come le cose sarebbero andate. La prima volta che Dio parla ad Abramo in Carran (vv. 1-3), pronuncia parole di benedizione, di pienezza, grandezza, abbondanza…ma non dice espressamente che gli darà una terra (gli dice solo di andare in un paese che gli indicherà). Abramo non ha pretese, non cerca la stabilità o le sicurezze umane, ma Dio gli dona in sovrappiù quello che lui nemmeno chiede (né tantomeno pretende).

Dio, in Carran, dice che farà di Abramo una grande nazione, che in lui saranno benedette tutte le famiglie della terra… Abramo non può nemmeno immaginare che queste parole celano il mistero di Cristo e dei credenti… ma tutto parte dalla piccolezza, da un solo uomo (avanti negli anni, senza figli) che si è fidato di Dio. Tutto parte da un seme gettato in terra. Seme e terra sono le parole chiave nella storia di Abramo, perché sono simbolo della fede.

La fede ha un luogo e un tempo. È concreta, non è aleatoria come molti pensano. È “certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11,1). La fede si manifesta tramite le opere, secondo quello che dice Giacomo. Non le opere della carne, ma quelle dello spirito, le opere che hanno origine nella volontà di Dio, non nella presunzione umana. Abramo soggiorna e vive nella terra promessa, non la sogna da lontano. Durante la sua vita terrena questo paese non è ancora del tutto suo, infatti Dio gli dice che lo darà in possesso alla sua discendenza. Abramo soggiorna per fede nella terra di Canaan, ma non per questo il suo dimorare è meno autentico. Così come la promessa di una discendenza: non può essere solo speranza. Abramo alla fine vedrà e toccherà con mano il figlio miracolosamente concepito.

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