Alzati e cammina

Marco 2:11, “Io ti dico: alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”.

Gesù non dice al paralitico “Sei guarito dalla tua paralisi” o “Ti tolgo la tua disabilità”. Piuttosto, ordina all’uomo di fare ciò che per lui, nel suo stato di invalidità, è impossibile (cioè, alzarsi, prendere il proprio lettuccio e andarsene a casa).

È proprio cercando di obbedire a quel comando impossibile che l’uomo riceve ciò che è necessario per obbedire, cioè un corpo guarito. Per parafrasare Agostino, Dio comanda ciò che vuole e poi dà la capacità di adempiere ciò che comanda. Non comanda il possibile, comanda l’impossibile e concede la capacità di obbedire. Questo non è vero solo in esempi eclatanti come Mc 2,11; sicuramente, per esempio, “Ama i tuoi nemici” è impossibile per il cuore umano naturale tanto quanto “Alzati e cammina” lo è per un corpo paralizzato. Eppure, in entrambi i casi, il Signore concede a coloro che lo cercano con fede la capacità miracolosa di obbedire.

In questo senso, quindi, i comandi del Signore sono comandi di guarigione: non sono pesi da portare, ma doni da ricevere. Ancora una volta, il comando “Ama i tuoi nemici” non è l’asticella posta più in alto da una divinità giudicante in cerca di ragioni per mandare le persone all’inferno, ma una parola gentile e salutare pronunciata ai nostri cuori paralizzati dal peccato: “Cuore morto, pieno d’odio, cuore egoista e duro, io ti dico alzati dal tuo letto di ammalato, cammina su gambe di grazia e vieni a casa tua”. Lo stesso vale per tutti i comandi: quando vengono ricevuti e obbediti con fede, diventano parole di guarigione miracolosa, parole con le quali si può guarire “paralisi” lunghe anche decenni.

Il Signore parla a ciò che è morto, rotto e sterile, facendolo vivere, guarire ed essere fecondo, proprio perché Egli stesso ha sopportato la totalità della morte, della fragilità e della sterilità (cioè tutto ciò che è separazione da Dio) in sé sulla croce e ha vinto queste cose con la Sua risurrezione. Cristo dà e adempie il comando impossibile che il paralitico risorga perché Egli stesso ha portato il peccato e la paralisi di quest’uomo ed è risorto (Is 53, 4-6). Allo stesso modo ci comanda, nella morte del nostro peccato, di vivere nell’amore, perché Lui stesso, nell’amore, è morto per i nostri peccati e ora vive come Amore.

Fonte: www.fullofeyes.com (https://www.instagram.com/p/CSovx25L0m2/