Amiamo nello Spirito, non nella carne!

Gli apostoli hanno vissuto insieme a Gesù per tre anni intensi, eppure Gesù all’ultima cena dice “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?”(Gv 14,9). Certo, la crescita in Cristo ha i Suoi tempi, lenti per qualcuno, più veloci per altri, ma deve avvenire! Altrimenti significa che la Vita dello Spirito viene soffocata…

Per i discepoli, l’aver vissuto a contatto con Gesù fisicamente nei tre anni del Suo ministero è stato senza dubbio un privilegio, ma non era sufficiente per la loro salvezza. E’ lo stesso Gesù a dirlo, nell’ultima cena: Egli sa che è necessaria la Sua potatura anche dal gruppo di discepoli donatiGli dal Padre. Se Gesù fosse rimasto, lo Spirito non sarebbe stato inviato e la potenza di Dio non si sarebbe manifestata. (cfr Giovanni 16, 7-15)

San Paolo non ha conosciuto fisicamente Gesù come gli altri apostoli. Eppure afferma che, pur avendo conosciuto Gesù secondo la carne, ora non è più così (2 Cor 5, 16). A cosa si riferiva?

In realtà, anche noi corriamo il rischio di fermarci a conoscere Gesù solo nella carne, pur vivendo sulla terra 2000 anni dopo la sua morte e resurrezione. Per capire questa affermazione, dobbiamo tenere presente che amare e conoscere sono due cose legate profondamente. Si conosce solo ciò che si ama, e si ama solo ciò che si conosce. Conoscere è amare, amare veramente è conoscere.

Perciò, conoscere Gesù secondo la carne vuol dire amarLo secondo la carne! Lo facciamo tutte le volte che cerchiamo di servirLo con i nostri sforzi, che vogliamo esserGli graditi con le nostre opere o con le nostre preghiere non nello Spirito. Accade ogni volta in cui non mettiamo il regno di Dio come priorità del nostro cuore e che non attingiamo alle risorse del cielo per compiere la missione che Dio ci ha dato. Amare Gesù nella carne non è sufficiente, ed è sbagliato perché non porta frutto. Questo amore carnale è una fase della nostra vita spirituale che la maggior parte di noi affronta nel percorso di crescita in Cristo, soprattutto all’inizio. Ciò che conta è che essa non si protragga, ritardando il nostro sviluppo!

La nostra carne, formata da corpo e anima, non potrà mai esserci di aiuto nel cammino spirituale, perché lo intralcia con pensieri, desideri, passioni, che si frappongono tra noi e Dio. Non c’è alternativa: la carne, l’io, deve morire. Dopodiché il Signore può effondere il Suo Santo Spirito e farci vivere: ci infonde la Sua vita, che ha fatto resuscitare Gesù dai morti. Così potremo camminare nello Spirito, conoscere e amare il Signore nell’unico modo che Egli brama: in Spirito e Verità!

14Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, 15dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, 16perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore. 17Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, 18siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, 19e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. (Efesini 3, 14-19)