Se abbiamo scelto Dio e ci siamo messi in cammino con Lui, stiamo imparando ad amare. Il soggetto del nostro amore è il Signore in persona, non i Suoi doni o le Sue benedizioni.
Amare il Signore significa perdere. Se stessi, il proprio congiunto, il lavoro, ogni affetto e supporto.
Amare il Signore significa soffrire. Per il regno, la Sua causa, le persecuzioni.
Amare il Signore significa Vita, Verità, felicità, benessere.
Questa è la nostra eredità. Questo è ciò che Dio ha promesso. Sta solo a noi fare la scelta.
Chi vuol essere una buona autorità ha scelto Dio fino in fondo. Altrimenti non è una buona autorità, ma solo una falsa guida, che conduce a sé e non a Lui, che fa sbandare il gregge e lo lascia morire, o peggio, la induce a morire.
* Matteo 15, 13-14: 13Ed egli rispose: “Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. 14Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!”.
La buona autorità ha eletto Dio re del cuore, e allora porta frutto. Chi non ha scelto il Signore fino in fondo, non sarà una buona autorità.
Dopo aver rinunciato a noi stessi, è tempo di un nuovo sì. Solo allora Dio ci indicherà i nostri compiti precisi, perché ciascuno di noi, a seconda della propria vocazione, ha impegni di fronte a Lui diversi e diversificati.