Camminare per fede

Vedremo Dio faccia a faccia quando il nostro corpo mortale si dissolverà, ma per ora non possiamo fisicamente vederLo. Il perché lo dice Lui stesso, quando risponde a Mosè che Gli chiedeva di mostrargli la Sua gloria:

20Soggiunse: “Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo”. (Esodo 33, 20)

Mosè è stato un uomo di grande fede, cercava solo il Signore e la Sua volontà. Desiderava vedere il Suo volto. E lo desideriamo anche noi, soprattutto nei momenti bui, quando la Sua presenza ci sembra lontana. Eppure il Signore è chiaro: per ora noi non possiamo vederLo, “camminiamo per fede e non per visione”(2 Cor 5,6). Il significato di questa frase è che, sulla terra, avanziamo lungo il nostro percorso come se avessimo gli occhi chiusi. Possiamo procedere solo ascoltando e seguendo le indicazioni di Gesù. Non siamo ciechi, perché il Signore si è rivelato a noi e ci ha tratto fuori dalla cecità spirituale in cui eravamo, ma ancora dobbiamo camminare con le palpebre abbassate, perché le nostre pupille non reggerebbero l’impatto della Luce del Signore. E’ proprio questo il senso del nostro pellegrinaggio terreno: far sì che i nostri occhi si abituino piano piano alla luce di Dio, finché non saranno pronti ad aprirsi e a vederLo faccia a faccia.

14Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore (Ebrei 12, 14)

Avanzando con gli occhi chiusi, cioè camminando in fede, dobbiamo fare silenzio dentro di noi ed essere attenti, per seguire la Voce di Dio in mezzo a tante altre voci che ci distraggono. E’ un po’ come il gioco che fanno i bambini: bendano un compagno e uno di loro deve guidarlo, solo con la voce, lungo un percorso ad ostacoli, mentre gli altri fanno i disturbatori. Il bambino bendato deve essere vigile per ascoltare solo le indicazioni giuste e non inciampare. Così noi: ascolteremo la Voce di Dio solo se lo vorremmo veramente, altrimenti il frastuono del mondo facilmente ci svierà.