Catechesi – GUARIGIONE DEI RICORDI

“Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.”  (Deuteronomio 8,2)

  • Israele è alle soglie della terra promessa. Sono passati quarant’anni nel deserto, finché la generazione incredula non è perita. Prima di entrare però, Dio fa qualcosa di molto importante: si ferma a parlare con loro.
  • È come un padre che prende da parte il figlio prima che parta per una missione importante. Gli parla occhi negli occhi, perché vuole che sia attentissimo alle parole che gli dirà.
  • Lo incoraggia, lo avvisa dei pericoli che potrà incontrare, gli rivela le benedizioni che otterrà. Ma prima di tutto gli dice di fare una cosa: ricordare.
  • Israele è ognuno di noi. Il Signore ci invita a tenere fisso nella memoria il percorso che ci ha fatto fare, dal nostro Egitto personale fino alle soglie della terra promessa (che è il concretizzarsi della nostra missione).
  • Perché Dio insiste tanto nel volerci far ricordare? Perché sa bene che il rischio di dimenticare quello che Lui ha fatto per noi è molto forte.
  • Nel deserto è naturale rivolgersi a Dio: quando non c’è niente e nessuno che possa aiutarci, è immediato fare riferimento al Signore. Ma quando Dio ci elargisce le sue benedizioni, c’è il rischio di fare affidamento su di esse, dimenticandoci di Chi ce le ha date …
  • Il cammino nel deserto non è facile, Dio ne è ben consapevole. Ci sono prove, ci sono umiliazioni, che sono veri e propri “maltrattamenti” (il verbo della versione greca è kakoo, che vuol dire trattare male). Il Signore calca la mano nel deserto, e lo sa. Ma non è mai per il gusto di farlo! Un padre corregge il figlio per il suo bene non certo per sadismo.
  • Infatti il versetto prosegue rivelando il vero scopo di queste prove: sapere quello che Israele ha nel cuore e verificare se avrebbe osservato (lett. custodito) i comandi del Signore.
  • Ma attenzione: non è Dio che deve verificare queste cose. E’ Israele! Dio sa già cosa abbiamo nel cuore e se saremo o no fedeli a Lui.
  • Invece noi spesso pensiamo di essere in un modo e poi si scopre che siamo tutto in un altro. Solo quando le cose vanno male emerge la nostra vera natura: le prove sono il crogiolo per fonderci e far affiorare le scorie che ci portiamo dentro!
  • In tutto questo cammino il Signore è sempre accanto a Israele. Non lo molla un attimo, anzi è proprio Dio a guidarlo nelle varie tappe, a condurlo nei luoghi della prova. Questo deve essere per noi una garanzia: non c’è assolutamente nulla che ci accade che non sia sotto il controllo di nostro Padre.
  • Il cammino del deserto è necessario per far imparare Israele a fidarsi di Dio e a dipendere unicamente da Lui.
  • È questo il senso della manna: quel tanto che basta ogni giorno, senza trattenere nulla del giorno prima, senza cercare quello per il giorno dopo. Chi ne raccoglie di più ne dà al fratello che ne ha raccolto di meno, per imparare a vivere come figli di uno stesso Padre.
  • Ma le parole di questo versetto nascondono anche un ulteriore senso di amore da parte del Signore nei nostri confronti: servono per la guarigione dei nostri ricordi.
  • Guardare al passato è utile solo se serve come testimonianza ai fratelli; se invece è un continuo rievocare eventi dolorosi per flagellarsi inutilmente, non va bene. Il passato è passato, e va consegnato nelle mani del Signore, brutto o bello che sia.
  • Il Signore non dice: ricordati di quando eri in Egitto. Perché in Egitto ancora Dio non era con noi. Sentiva le nostre grida e vedeva la nostra schiavitù, e infatti è venuto a salvarci. Poi ci ha condotto nel deserto. E’ da allora che Dio è con noi fianco a fianco. Da allora in poi ci dice di ricordare.
  • È come quando ci fidanziamo con qualcuno. E’ fuori luogo rievocare eventi relativi a storie precedenti ormai finite. E’ mancanza di rispetto ed è inutilmente doloroso. Stiamo molto attenti a questo, perché Dio ci ama fino alla gelosia. Israele spesso è caduto nel’’errore di fare confronti tra Dio e le cipolle d’Egitto…! E’ una cosa triste e ferisce al cuore il nostro Amato.
  • Il deserto può essere materialmente peggio della schiavitù… ma solo se siamo increduli. Perché non c’è paragone tra essere in una situazione difficile con Dio o senza Dio!
  • Ricordare il cammino nel deserto con Dio ha lo scopo di incoraggiarci nelle sfide che incontreremo nella terra promessa. Essa non va idealizzata, come fosse un posto di vacanza e nullafacenza. E’ sì il luogo di riposo promesso da Dio, ma il vero riposo è fidarsi di Lui e fare la Sua volontà!

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