Catechesi – LA DISCENDENZA DI ADAMO

“Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. “Perché – disse – Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l’ha ucciso”. Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.” (Genesi 4, 25-26)

  • L’episodio descritto in questi due versetti può sembrare banale, e invece è la svolta di una storia partita bene (la creazione) e proseguita malissimo (peccato originale).
  • Tutti conosciamo i dettagli della caduta di Adamo ed Eva nell’Eden, ed anche la vicenda di Caino ed Abele. Dopodiché il testo ci presenta delle genealogie che ci lasciano un po’ perplessi, finché la storia non riprende con Noè e la sua celeberrima arca. Ma non va trascurato ciò che accade tra Adamo e Noè, e ora vedremo perché.
  • Le genealogie raccontano delle stirpi che prendono origine dai figli di Adamo. Spesso leggiamo frettolosamente questi passaggi della bibbia, perché ci sembrano elenchi infiniti di nomi di personaggi di cui si sa poco o niente. Ma dobbiamo partire dall’assunto che la scrittura è parola di Dio, pertanto ogni cosa presente in essa ha un valore ed un significato, benché nascosto.
  • La prima stirpe riportata nella bibbia (Gen 4) è quella di Caino. Nessuna menzione particolare fino a Lamech, settimo dopo Adamo, il primo poligamo della storia, che si autocelebra come uomo particolarmente violento. Ad ogni generazione, gli effetti del peccato originale e del primo fratricidio si moltiplicano esponenzialmente (v.24). Non deve stupirci, perché sappiamo quanto possono essere pesanti le eredità spirituali degli antenati…
  • A questo punto, poiché Caino ha ucciso Abele, Eva partorisce un altro figlio e Adamo lo chiama Set. Il significato di questo nome è spiegato nei versetti di riferimento: Dio ha concesso un’altra discendenza ad Adamo al posto di Abele. Infatti Set vuol dire «al posto di un altro». A sua volta, Set genera un figlio, Enos. Il dettaglio interessante è cosa avviene dopo questa circostanza: «allora si cominciò ad invocare il nome del Signore». Cosa significa? E perché proprio dopo Set e Enos? Perché non prima o non dopo? Cosa nascondono le genealogie dei primi uomini?
  • Se non fosse nato Set, la discendenza di Adamo sarebbe stata solo tramite Caino. Ma con Set, la storia prende una piega diversa. Tra i discendenti di Set, ce n’è uno di particolare spicco, ricordato anche nella lettera di Giuda e agli Ebrei: Enoch, settimo dopo Adamo. Di lui è scritto che camminò con Dio e che fu portato via così da non vedere la morte, perché fu gradito a Dio. Il pronipote di Enoch è Noè, l’unico che trovò grazia agli occhi del Signore e scampò al diluvio. Insomma, una bella differenza tra la discendenza di Set e quella di Caino.
  • Ma non si tratta di un caso! Lo si capisce analizzando i nomi di questi patriarchi. Il nome è importantissimo, cela in sé il destino di una persona. Dare un nome significa che quel qualcuno o qualcosa appartiene a chi lo chiama. Dio è molto serio riguardo ai nomi, tant’è che il Suo è garanzia di salvezza e di vittoria! In queste genealogie (sequenze di nomi), Dio ha celato un bellissimo ricamo. Scopriamolo.
  • Iniziamo con Adamo: fa riferimento alla terra (adamah) da cui è stato tratto, ma in ebraico può anche essere la composizione della lettera A (alef, simbolo di Dio) + dam (sangue). Insomma: Adamo è il primo uomo, a immagine di Dio eppure di carne. Ma… Gesù è chiamato «l’ultimo Adamo» (1 Cor 15,45)! E di certo Egli è il perfetto Adamo, cioè Dio fatto carne!
  • Seguendo la «discendenza buona», troviamo Set che, come sappiamo, significa «al posto di». Dopo di lui, Enos, che significa genericamente “uomo”. Eccoci qua: Adamo, Set, Enos… ovvero «Dio fatto carne» «al posto di» «un qualsiasi uomo»… c’è la storia della salvezza scritta in questi tre nomi, appartenenti alla nuova discendenza che Dio ha fatto sorgere dopo il peccato originale!
  • Ora non ci sono più dubbi: ecco perché la scrittura dice che a partire da Enos si cominciò ad invocare il nome del Signore, cioè da quando fu reso noto il piano di salvezza di Dio!
  • Ma il ricamo non finisce qui: questo è solo l’inizio! Dopo Enos, c’è Kenan, «che appartiene a qualcuno». Chi è riscattato da Cristo, appartiene a Dio. Non si può appartenerGli se prima non c’è stato il riscatto, lo scambio: Gesù al posto nostro.
  • Dopo Kenan, viene Maalalel, «lode di Dio». Chi è morto e sepolto in Cristo, vive una vita nuova a lode di Dio. Non vive più per se stesso, ma per Colui che lo ha salvato e riscattato.
  • Segue poi Iared, «discendenza». È naturale portare frutto, quando si vive in Cristo e per Cristo.
  • Arriva poi Enoch, «dedicato, consacrato». Viene sancita definitivamente l’appartenenza a Dio e la totale offerta della propria vita. Non è un caso che questo discendente di Adamo fosse colui che camminò con Dio e che fu assunto in cielo direttamente!
  • Il figlio di Enoch è Matusalemme. A parte la sua nota longevità, il suo nome pare significare «uomo del dardo». Ogni figlio di Dio è chiamato a essere sale della terra, e dunque scagliare la freccia appuntita della parola di Dio.
  • Sembra che tutto vada liscio, ma a questo punto c’è un personaggio chiave, Lamech (omonimo del discendente di Caino). Non si sa cosa significhi il suo nome, varie ipotesi sono state fatte; ma forse porprio questa indefinitezza è importante. Lamech rappresenta l’incognita della scelta di fronte alla Parola di Dio lanciata dal predecessore Matusalemme, l’uomo del dardo.
  • In ogni albero genealogico e in ogni esistenza c’è sempre un momento cruciale di scelta. I vari patriarchi rappresentano anche le tappe del percorso di fede di ognuno di noi. La chiamata, la conversione, la scoperta della buona notizia della salvezza; le prime esperienze di fede e di evangelizzazione… passano gli anni, forse i decenni. Poi ad un certo punto ci guardiamo indietro. Ci scopriamo più aridi, più freddi e distanti rispetto agli inizi. La sensazione di “viaggio di nozze” con Dio è esaurita. Che fare?
  • Lamech può scegliere. Continuare a credere alla Parola che gli è stata trasmessa o ignorarla? E’ a un bivio, e la sua scelta determinerà il destino della sua vita e della sua discendenza. La responsabilità è grande. Se la Parola viene accolta, converte le sorti della maledizione del peccato originale, e la discendenza può proseguire nella benedizione. Accade proprio così, e Lamech genera Noè: il suo nome significa «riposo» o anche «resto», cioè il superstite fedele.
  • Infatti Lamech dice, riguardo a Noè, che egli «consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani a causa del suolo che il Signore ha maledetto» (Gn 5,29). Lamech discendente di Set sceglie di accogliere la Parola di Dio, e vedrà realizzarsi ciò in cui crede, perché Noè sarà il superstite del diluvio!
  • I patriarchi antidiluviani della discendenza di Set rappresentano varie fasi della storia dell’uomo nuovo a immagine di Cristo. Ma cosa succede alla discendenza di Caino? Alcuni nomi sono simili o perfino identici, a quelli della casata di Set. Sono però in un ordine diverso e, soprattutto, manca il piano di salvezza. Non c’è nessun «al posto di». Infatti da Caino (possesso) si passa a Enoch (dedicato), poi Irad (il fuggitivo), Mecuiael (colpito da Dio). Fin qui, è la storia di un vivere per se stessi, scappando da Dio e subendone le conseguenze.
  • Poi arriva un barlume di speranza, perché dopo Mecuiael c’è Metusael, «uomo di Dio». Finalmente! Anche nelle vite più alienate, confuse, disordinate, Dio manda sempre un suo messaggero. Il figlio di Metusael si chiama Lamech; dopo l’annuncio, torna l’uomo della scelta. Purtroppo, diversamente dal suo lontano cugino omonimo, questo Lamech rifiuta l’àncora di salvezza. Diventa l’uomo poligamo ed estremamente violento che dà origine a quello che noi cristiani chiamiamo sistema del «mondo».