Catechesi – FEDE CONTRO INTELLIGENZA

“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” (Filippesi 4, 6-7)

  • La mente è il campo di battaglia tra il nemico e Dio in noi. Il diavolo costantemente scaglia frecce infuocate per distrarci, confonderci, spingerci a dubitare di Dio. Vuole che pecchiamo, e si sa: il peccato viene concepito nei pensieri. Per questo dobbiamo fare molta attenzione e vigilare. Ricordiamoci che Eva mangiò il frutto proibito dopo che la sua mente fu raggirata e convinta di falsità.
  • In Cristo Gesù siamo più che vincitori su ogni dubbio o tentazione, ma questa potenza va scelta e usata, altrimenti rimane inefficace. Come diceva qualcuno, non possiamo impedire a satana di svolazzare sulle nostre teste, ma abbiamo tutto il diritto e dovere di impedire che ci nidifichi.
  • Tutti abbiamo a che fare con i trabocchetti di satana, ma molti hanno oggettivamente più difficoltà. Qualcuno può essere più vessato per permissione divina, o a causa di scelte sbagliate che hanno lasciato porte aperte da cui satana può entrare indisturbato. Senza voler generalizzare, possiamo però dire che le donne hanno più tendenza ad essere raggirate e confuse nei pensieri.
  • Non si tratta di sessismo, ma di una verità biblica. Da chi è andato il diavolo a seminare i suoi inganni? Si è diretto subito da Eva. Perché non è andato da Adamo? Perché ovviamente il demonio è astuto e gioca sempre sporco. Non è un avversario leale, ma un subdolo manipolatore; è andato a toccare i punti deboli di entrambi.
  • Eva ha avuto la presunzione di poter fronteggiare da sola la situazione, dimenticandosi di avere un capo famiglia preposto a difenderla dagli inganni. Adamo si è lasciato convincere a mangiare solo per compiacere la moglie, ma sapeva bene quello che faceva! Ne abbiamo la conferma scritturale: «e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione.» (1 Tim 2,14).
  • Con questo non vogliamo certo dire che gli uomini non siano soggetti a tentazione o che non rischino di essere ingannati, ma che ognuno ha il proprio ruolo stabilito da Dio e che alterarlo, per presunzione o per compiacenza, crea solo enormi danni.
  • Tuttavia, l’appello di Paolo rivolto ai Filippesi non è distinto per sesso (come invece altre esortazioni, es. per mogli o mariti, cfr. Ef o Col). Il verbo qui tradotto con «angustiarsi» è merimnaoo. Esso in realtà significa meditare, indagare con il pensiero. L’avverbio che lo precede, meden, significa per niente, assolutamente no!
  • Quindi Paolo con molta incisività vuol dire a tutti di non perdersi nei meandri della mente. Si tratti di pensieri di preoccupazione o angoscia (più frequenti nelle donne) o di dubbi e tentativi di razionalizzazione (più frequenti negli uomini). Questa differenza è osservabile nei vangeli, nelle reazioni dei discepoli all’evento della resurrezione: le donne sono prese dalla paura e gli uomini ritengono che si tratti di vaneggiamenti (Lc 24,5/11)!
  • La soluzione per ogni preoccupazione o dubbio qual è? Esporre a Dio le proprie richieste, con preghiere, domande e ringraziamenti. Sembra molto semplice, e in effetti lo è! Dio dimora nella semplicità, non nella complicazione dei pensieri.
  • Se abbiamo delle preoccupazioni, presentiamo a Dio le nostre preghiere, chedendo il Suo aiuto, consiglio, guida. Se abbiamo dei dubbi, esponiamoli a Dio con domande, affinché ci spieghi. Pensiamo forse che Egli si adiri perché abbiamo simili pensieri? È assurdo. Un padre si arrabbia se suo figlio va da lui con delle ansie nel cuore o con delle domande? Certo che no. Anzi è felice che il figlio sia andato da lui, così può rassicurarlo e spiegargli.
  • Non meno importante è il ringraziamento (eycaristias). Esso va fatto subito, perché è un atto di fede. Crediamo che Dio ascolta e risponde ad ogni nostra richiesta? Allora ringraziamoLo anche se non ne vediamo gli effetti!
  • Prima che la risposta «pratica» alle nostre richieste arrivi, Dio ci fa un dono meraviglioso ed immediato: la Sua pace. È scritto che essa sorpassa (yperecoo) ogni intelligenza. Il verbo greco suggerisce significati analoghi quali supera, sopravanza, vince. La nostra intelligenza arriva fino ad un certo punto; essa è un dono di Dio, e come tale va benedetto ed usato, ma non potrà mai darci quella serenità che cerchiamo. È vero proprio il contrario. La pace che ci dona il Signore quando ci rivolgiamo a Lui per tutto, quando cioè scegliamo di dipendere da Lui, è infinitamente più grande. Supera di gran lunga la nostra mente.
  • Lo capisce bene chi ha sperimentato quella pace: non viene scosso, anche se le circostanze sono pessime o ostili. Invece, chi sceglie di fare affidamento su se stesso, sulla propria intelligenza o abilità, rimarrà deluso, se va bene. Più probabilmente diventerà demoralizzato, disperato, arrabbiato.
  • Accettare la nostra finitezza ci dona grande libertà! È vano cercare di dipendere dalla nostra mente, per quanto acuta o brillante sia. È come voler salire su una montagna con una scala. I più dotati avranno pure una scala da pompiere… ma cosa è di fronte all’Everest?
  • La pace di Dio ha la facoltà di custodire (froyreoo, anche difendere, far la guardia) i nostri cuori e i nostri pensieri in Cristo Gesù. Quindi questa pace non è uno stato mentale, non proviene dalla nostra intelligenza o capacità di adattamento, non è umano ottimismo: essa è una vera e propria fortezza soprannaturale!
  • Infatti, Paolo precisa che questa custodia è possibile «in Cristo Gesù». Chi non è in Cristo non può attingere a quella pace, ma sarà sempre sballottato dai pensieri. Le varie tecniche di meditazione nascono da questa necessità umana di trovare pace interiore… solo che esse hanno origine dalla mente dell’uomo e sono pertanto limitate. Anzi arrivano anche ad essere pericolose, perché finiscono per aprire canali spirituali che consentono libero accesso ai demoni.
  • La pace vera viene da Dio, non può essere perseguita a partire dalla mente umana. È un dono, come lo è la risposta alle nostre preghiere e domande.
  • Sottolineiamo ancora che la pace di Dio custodisce sia cuori che pensieri. Possiamo essere turbati da preoccupazione o ansia (cuori) o da dubbi e tentativi di razionalizzazione (pensieri). Per fare due esempi: una madre in grande agitazione per la sorte dei figli; un uomo che dubita di certe verità scritturali. La fede è la risposta a tutto, è sostanza della pace che Dio ci dona; non a caso nell’armatura di Dio la fede è lo scudo difensivo (cfr. Ef 6). La fede ci fa guardare a Gesù, non a noi stessi, e ridimensiona ogni cosa perché ci mostra chiaramente che Dio è più grande di tutto. Non c’è peccato tanto grande che non possa essere perdonato; non c’è situazione critica che non possa essere risolta; non c’è oscurità che non possa essere illuminata. Amen.