Catechesi – ACQUE DI VITA E ACQUE DI MORTE

“Dio disse: “Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. (Genesi 1, 6)

  • Spesso riteniamo il racconto della creazione in Genesi solo allegorico. In realtà, esso ci dona molti indizi su quello che realmente è accaduto, non solo a livello materiale, ma soprattutto spirituale. Non dimentichiamoci infatti che, prima della creazione del mondo visibile, Dio ha creato il mondo spirituale. Lungo tutta la bibbia troviamo versetti che ci confermano l’assoluta sovranità di Dio su ogni essere creato, sia esso angelico, umano, animale o vegetale.
  • In quanto umani che vivono nel tempo, siamo abituati ad ordinare cronologicamente gli eventi di una storia; ma Dio è l’eterno presente, quindi ha disseminato la bibbia di indizi non necessariamente in ordine cronologico, soprattutto riguardanti la realtà spirituale. Ad esempio, molti fatti avvenuti nei cieli prima della creazione del mondo sono descritti in Isaia (cap.14) o nell’Apocalisse (cap.12). Ci riferiamo soprattutto alla ribellione di Lucifero e alla sua caduta. Ma cosa c’entra questo con ciò che avvenne il secondo giorno della creazione (versetto oggetto di catechesi)?
  • Per cominciare, notiamo che «manca» qualcosa, a differenza degli altri giorni. Infatti il secondo giorno è l’unico in cui non è scritto: «e Dio vide che era cosa buona»! Questo ci stupisce grandemente. Ma non si tratta di una svista. Per capire il senso di questa «stranezza» nel secondo giorno, dobbiamo ricordarci del primo. In esso, Dio dà origine alla luce; e tutti sappiamo bene Chi è la Luce del mondo, cioè Gesù. Nessuno può rimanere indifferente alla Luce quando arriva: o con o contro di essa.
  • Quindi il secondo giorno… è il giorno del giudizio! Così come Gesù, alla sua seconda venuta, separerà pecore da capri giudicando gli uomini, così il Padre ha stabilito un giorno di giudizio parziale nella prima creazione. All’epoca del secondo giorno l’uomo non era stato ancora creato, quindi questo giudizio ipso facto riguarda le creature angeliche!
  • In questo secondo giorno non è riportato alcun commento di Dio, perché il giudizio è già di per sé una separazione netta, che distingue bene dal male. Questa divisione avvenne tra esseri angelici fedeli a Dio (sopra il firmamento) e ribelli a Dio (sotto il firmamento). Nella scrittura si fa riferimento alle acque perché la separazione che avviene è, simbolicamente, tra acque dolci e acque salate. Ovvero, tra acque che danno la vita e acque che danno la morte.
  • Universalmente, l’acqua è simbolo di vita. Ma solo se essa è dolce! Al contrario, l’acqua salata (il mare) è da sempre simbolo del male e della morte. Il mare è profondo, infido; se si irriga la terra con acqua salata, essa diventa sterile! Bere acqua di mare è letale, perché il nostro corpo va in rapida disidratazione, con blocco renale e morte. Laddove l’acqua dolce fa germogliare piante, disseta uomini ed animali, l’acqua salata rende tutto desertico e fa morire.
  • Basta poco per rendere salata l’acqua, buttando sale in un bicchiere. Infatti è molto facile peccare o essere contaminati. Al contrario, è molto difficile desalinizzare l’acqua di mare per ottenere acqua dolce. Per farlo è necessario il calore del fuoco o del sole. Questo ci fa capire che solo l’intervento di Dio, Fuoco Santo, ha potuto separare i due tipi di acque il secondo giorno, così come solo Dio può trasformare la nostra natura peccaminosa e renderci Suoi figli.
  • Il mare (cioè il male) occulta l’abisso, luogo in cui satana è stato gettato, e da cui dirige i suoi demoni fino al giorno della disfatta definitiva. Ma non dobbiamo pensare che il mare abbia il predominio, tant’è che il terzo giorno Dio stabilisce dei confini invalicabili alle acque salate e fa apparire l’asciutto. Dio stesso lo ribadisce a Giobbe (Gb 38,8-11), quando spiega come ha fissato un limite per il mare e per l’orgoglio delle sue onde. Tutto questo ci deve sempre far ricordare che il male ha dei limiti di tempo e di spazio. Ha i giorni contati, e per quanto possa mugghiare forte, Dio è sovrano su di esso. Anche nell’ora più oscura, Dio è onnipotente. Satana no.
  • Ciò non vuol dire che dobbiamo sottovalutare il nemico o pensare di batterlo con le nostre forze: solo Dio può salvarci dalla furia del mare. Dio divise il mar Rosso per far passare all’asciutto il Suo popolo; Gesù camminò sulle acque e placò la tempesta. Non dobbiamo temere di solcare il mare, se siamo sulla barca di Cristo.
  • La conferma che tutto, male compreso, è sotto il controllo di Dio, ci viene dal fatto che il mare è spesso usato come strumento di giudizio. Il mar Rosso che travolge gli egiziani ne è un esempio, ma non dobbiamo solo pensare a persone che non conoscono Dio. Infatti anche il profeta Giona fu gettato nel mare per placarne la furia, perché stava fuggendo da Dio e dal comando che gli aveva dato. Ricordiamoci: non è Dio che ci getta con rabbia tra i flutti, ma è la giustizia che lo esige, ogni qual volta ci allontaniamo da Lui. Di fatto siamo sempre noi a condannarci con le nostre scelte.
  • Se Dio ha voluto una divisione netta tra i due tipi di acque, vuol dire che anche noi dobbiamo stare attenti a non mischiarle. Ciò significa non annacquare il sì con il no, la luce con le tenebre. Essere decisi e mai falsi. Correggere apertamente, dire francamente, non ammorbidire la verità. Annacquare significa fare il gioco del nemico. Infatti, se noi mischiamo acqua salata con acqua dolce, cosa otteniamo? Acqua salata! (cfr Giacomo 3,10-12).
  • In natura, l’acqua dolce non può rendere potabile l’acqua salata. O meglio può, ma solo se si trova in ingenti quantità rispetto all’acqua salata. Per capire: un bicchiere di acqua salata può essere neutralizzato se gettato in una grande cisterna di acqua dolce, perché la dolce sarà in netta sovrabbondanza e l’effetto del sale sarà trascurabile. Questo era il principio su cui si reggeva il vecchio Patto: la Legge imponeva di estirpare il male dal popolo di Dio con ogni mezzo, affinché l’acqua dolce fosse sempre in assoluta predominanza su quella salata. Ma il tempo ha dimostrato che si trattava di un equilibrio precario, perché basato sulle forze umane.
  • Ed ecco che Dio diede ad Ezechiele (cap.47) una visione del nuovo tempio di Dio da cui sgorga un fiume che dà vita a tutto ciò che incontra e che addirittura sana le acque del mare appena vi sbocca! È chiaro che siamo oltre la natura, qui si tratta di qualcosa che l’uomo non potrà mai fare con i propri sforzi ma solo grazie alla potenza di Dio. La visione profetica di Ezechiele riguardava l’era del nuovo Patto: lo Spirito Santo in noi, fiumi d’acqua viva che sgorgano dal nostro seno! Non c’è bisogno di essere in predominio numerico: un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta…
  • E non finisce qui: Apocalisse ci preannuncia che il predominio del mare (che anche in natura occupa una grossa fetta del globo), è destinato a terminare. Nella nuova creazione (Ap 21,1), quando Gesù tornerà, ci sarà un nuovo cielo ed una nuova terra, ma il mare non ci sarà più. Però ci sarà sempre il fiume di acqua viva che sgorgherà direttamente dal trono di Dio, per dissetare e portare vita a tutte le nazioni.