“Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.” (Genesi 3, 24)
- Finché non conosciamo Dio come Padre in Cristo Gesù, facciamo fatica a capire le Sue azioni e parole nel vecchio testamento. Ci sembrano estreme e dure, come questo versetto. Adamo ed Eva hanno peccato, e ora vengono scacciati da Eden. L’ordine di Dio è di impedire che essi mangino dell’albero della vita dopo aver disubbidito.
- È la giustizia che lo esige. Ci lamentiamo che Dio non fa mai giustizia, ma solo quando ci hanno pestato i piedi. Se invece siamo noi i colpevoli, accusiamo Dio di essere duro. Siamo proprio stolti. E soprattutto non conosciamo veramente Dio.
- Dio è Padre. Ci ama immensamente, ci ha creati. Sa che è nostro bene correggerci. Se un figlio deliberatamente disobbedisce, un bravo padre lo punisce. Se invece un figlio che sbaglia viene premiato, non capirà nulla e continuerà a sbagliare, danneggiando se stesso e gli altri. Quindi, perché Dio avrebbe dovuto premiare Adamo ed Eva, permettendo loro di mangiare dell’albero della vita?
- Questo versetto tuttavia non è solo l’espressione della giustizia di Dio, ma anche della Sua misericordia, perché nasconde la via della salvezza. Vediamo come.
- Dio voleva fortemente che le Sue creature vivessero per sempre e mangiassero dell’albero della vita: l’aveva ubicato proprio nel mezzo di Eden (cfr Gen 2,9)! Nessuno mette in bella vista qualcosa che vuole nascondere. Ma Eva, proprio come i bambini che vanno a cercare cose proibite perché dannose, punta lo sguardo sull’unico albero da cui non è lecito mangiare.
- Sappiamo tutti come è andata a finire, e conosciamo anche qual è stato l’incommensurabile prezzo che Gesù ha pagato per riconciliarci con il Padre. È grazie a Lui che possiamo di nuovo avvicinarci a Dio. Il piano della salvezza è scritto proprio in questo versetto. Infatti Dio non pone i cherubini e la spada folgorante per impedire l’accesso all’albero della vita, bensì per custodire la via ad esso. C’è una bella differenza!
- Custodire significa che vi si può accedere, ma solo in un determinato tempo e a certe condizioni. È come un genitore che custodisce un gioiello prezioso per la figlia o un’auto d’epoca per il figlio. Finché essi non sono cresciuti non lascerà che li abbiano, perché li sciuperebbero, si farebbero male e non capirebbero il loro valore.
- Adamo ed Eva si sono comportati male, ma questo non è il centro del problema, perché l’accesso all’albero della vita non è per merito. Il punto è: la disubbedienza ha creato un solco tra Dio e l’uomo perché radicata nell’incredulità. Ecco il vero impedimento. Non si può accedere all’albero della vita se non per fede.
- Dio custodisce la via all’albero della vita finché non ci fidiamo completamente di Lui. Gesù è la Via, la Verità e la Vita. La vita è il traguardo di una relazione di fede e di sincerità.
- Dio mette i cherubini a sorvegliare l’accesso perché, tra gli angeli, essi svolgono funzione di guardiani; e infatti proprio due cherubini sono scolpiti sul coperchio dell’arca dell’alleanza, per custodirla. Ovviamente non è un caso. La presenza di Dio si rivelava sopra l’arca, in mezzo ai cherubini, quando Mosè andava a parlare con Lui. È confermato anche dalla visione di Ezechiele della gloria di Dio (cfr Ez 10).
- Ma ancor più importante è la «fiamma della spada folgorante», posta insieme ai cherubini a custodire dell’accesso. Nell’originale ebraico si parla di «fiamma della spada che si volge, che si rovescia» e in molte traduzioni ciò viene reso come «la spada che si volge in ogni direzione». Rende l’idea di un’arma vigile, che tiene la guardia puntando in ogni dove.
- Questa spada folgorante è proprio la spada a doppio taglio menzionata da Paolo, cioè la Parola di Dio! Essa fende da dritto e da rovescio. Non è solo appuntita e penetrante, ma anche purificatrice perché è Spirito, è Fuoco. Ecco perché il versetto di Genesi parla di fiamma! Quindi la via all’albero della vita è custodita dalla Parola di Dio. Non si può gustare la pienezza di Dio se prima non ci siamo lasciati ferire e purificare dalla spada, così come non si fa l’Eucarestia se non abbiamo prima ascoltato la Parola.
- Da notare: non è custodito solo l’albero della vita, ma anche la Via per arrivarci. La mèta è importante, ma anche il cammino lo è. Nessuno può iniziare tale percorso se non supera la barriera di fuoco della Parola. O ci si lascia invadere, ferire, purificare dalla Parola, o si è fuori dall’Eden.
- Dirigersi verso l’albero della vita è un percorso di fede. Non è per merito, non è per opere, non è per conoscenza. Anzi queste cose sbarrano l’accesso, perché presuppongono i propri sforzi, la propria presunta giustizia, e la propria mentalità. Solo il fuoco della Parola, che è Verità, costringe a lasciare fuori tutti questi orpelli. Come? Ricordandoci che per le opere non verrà mai giustificato nessuno (Rm 3,20); che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rm 3,23); che è necessario farsi stolti per diventare sapienti (1 Cor 3,18). Insomma: la spada folgorante tronca su tutti i fronti ogni falso tentativo di avvicinarsi a Dio!