Catechesi – PECCATO, GIUSTIZIA, GIUDIZIO

“E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.” (Giovanni 16, 8)

  • Ultima cena. Gesù dà disposizioni prima della Sua dipartita da questa terra. Annuncia ai discepoli l’arrivo dello Spirito Santo, un evento straordinario, che non può avvenire senza il sacrificio di Gesù. Teniamolo sempre a mente, perché spesso diamo per scontata la presenza del Consolatore, e invece essa è possibile solo perché un evento risolutivo, definitivo e perfetto è avvenuto: la morte in croce di Gesù.
  • Diciamo la verità: quante volte abbiamo sospirato leggendo i vangeli, pensando a che bello doveva essere quanto Gesù solcava le strade della terra? Ci crogioliamo all’idea che molte mani Lo hanno toccato e molti occhi Lo hanno visto fisicamente. Ma questo ragionamento è totalmente carnale! Può andare bene per dei neoconvertiti, non per chi fa un cammino spirituale da anni. Infatti, grazie alla morte e risurrezione di Gesù, ora noi stessi siamo il Suo corpo! E il Suo Spirito è dentro di noi! Cosa possiamo desiderare di più?
  • La missione dello Spirito è varia, sempre attiva e feconda. Gesù sottolinea principalmente tre aspetti per cui lo Spirito di Verità è di fondamentale importanza. Essi sono elencati nel versetto di riferimento: convincere il mondo circa il peccato, la giustizia e il giudizio.
  • La spiegazione di questi tre elementi è data da Gesù nei versetti che seguono. Egli dice: «quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato».
  • La ricchezza e vastità di queste parole non possono essere contenute in un unico commento, ma ci sono dei dettagli da tenere presenti, aiutati dal testo originale greco. Intanto il peccato, amartion: esso significa un’intera gamma di parole tra cui delitto, errore, colpa, difetto… c’è tutto il campionario delle miserie umane, ma qui Gesù specifica: «perché non credono in me». Ci stupisce pensare che il peccato più grande che si possa fare è quello di incredulità?
  • Drizziamo le orecchie, perché questo ridimensiona il nostro punto di vista e ci allinea con quello di Dio. Siamo abituati a considerare peccati gravi l’omicidio o l’adulterio, e senza dubbio lo sono; ma essi sono entrati nel mondo dopo che il rapporto di fiducia da tra Dio e l’uomo si era rotto! La sterzata ferale nel giardino di Eden accadde quando Eva cominciò a dubitare delle parole di Dio e a credere a quelle del demonio…!
  • Si dice spesso che la superbia è la radice di tutti i mali, ed è vero perché essa ha rovinato lo status quo nei cieli ben prima che l’uomo fosse creato. Ciò che ha fatto precipitare Lucifero è stato il volersi ergere sopra Dio (cfr Isaia 14,12-15). Il suo peccato è gravissimo ed è stato già giudicato perché, a differenza degli uomini, le creature angeliche contemplano Dio in un modo che a noi umani è concesso solo alla fine della vita terrena.
  • Ma per quanto riguarda l’uomo, non si può esattamente dire che il primo gradino di peccato sia stato la superbia. Infatti Eva ha cominciato ad insuperbirsi e a voler essere come Dio solo dopo aver creduto alle menzogne del demonio. Eva ha quindi dapprima scelto di non credere più alle parole di Dio, il che equivale a non fidarsi più di Lui, a pensarLo diverso da quello che Egli realmente è  (cioè degno di totale fiducia).
  • Noi siamo convinti che il primo peccato commesso sia stato la disubbedienza, ma è bene rivalutare la posizione dell’incredulità nell’equazione. Del resto Gesù ci insegna che le fede ed obbedienza sono interdipendenti (cfr Lc 7,8-9). Dove c’è fede, c’è obbedienza alla parola di Dio; dove la fede manca, domina la ribellione.
  • Il peccato di incredulità è molto grave per un semplice ma importante motivo: mina alla base ogni rapporto tra Dio e l’uomo. Questo perché si tratta di una relazione basata sulla fede, non sulla visione.
  • Per capirsi: un angelo non pecca di incredulità (cfr Giacomo 2,19). La ribellione di satana non è iniziata con l’incredulità, ma direttamente con la superbia di voler essere Dio. Proprio per la diversa natura creaturale, il giudizio degli angeli è stato immediato; quello degli uomini è differito al termine della vita terrena, valutata in base alle opere. Quali? Opere dello spirito ovviamente, cioè… opere fatte in fede ed obbedienza a quanto suggerito da Dio!
  • Il termine greco usato nel versetto per «giudizio» è krisis, da cui in italiano deriva «crisi». Nel nostro linguaggio ha assunto un’accezione prettamente negativa, che non esiste nel greco, perché si tratta semplicemente di una decisione. Certo, krisis vuole anche dire lotta, separazione, a conferma che ogni decisione di fede è sofferta!
  • Ma…decisione rispetto a cosa? Rispetto al perno centrale del versetto, cioè la giustizia, che Gesù spiega dicendo: «perché vado al Padre e non mi vedrete più». I verbi usati sono ypagoo e theooreoo: significano «andare» e «vedere», ma non rientrano tra i verbi più usati per queste azioni. Ci aiutano però a capire il legame con la giustizia di cui parla Gesù.
  • Ypagoo è la combinazione di ypo+agoo, letteralmente «condurre sotto». Gesù va al Padre passando per la via della croce, si sottomette alla volontà di Dio. Theooreoo è un guardare assorto, è contemplare, osservare. Non vedremo più Gesù nella Sua umanità, ma questo è garanzia di pienezza, perché la nostra visione starà tutta nella fede, se lo vorremo.
  • Con la morte in croce di Gesù, la giustizia di Dio è soddisfatta, perché Qualcuno viene punito al posto nostro. Ecco la più grande scelta di fede della nostra vita. Fede non è solo credere che Dio esiste: ma credere che ci ha resi liberi con la Sua morte e resurrezione. Fede è credere che quel falegname galileo è Dio, che è morto e ora vive per sempre.
  • Fede è superare lo scandalo della croce. Molti nel mondo parlano di Dio, ma lo spartiacque è Gesù. Abbiamo notato che le persone subito si mettono sull’attenti se nominiamo Gesù? Nel bene o nel male. Infatti parlare di Dio in modo generico è accettato, con il rischio di cadere in un pericoloso sincretismo. Invece la verità è che siamo giustificati tramite la fede, e solo lo Spirito Santo può convincerci e portarci alla verità tutta intera. Non si può accettare Gesù Cristo come salvatore se non sotto l’azione dello Spirito di Dio.