Catechesi – TEST DI FEDE

“Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. (Matteo 14, 28)

  • L’episodio identificato come «Gesù che cammina sulle acque» è uno dei più importanti insegnamenti sulla fede. Esso è presente nei vangeli di Matteo e Marco, con una differenza importante. Matteo riporta che anche Pietro ha camminato sulle acque! Come mai un episodio tanto straordinario è taciuto da Marco, discepolo diretto di Pietro?
  • Beh, sappiamo tutti che questo fatto non si è concluso in modo glorioso per Pietro. Egli cammina sì sulle acque, ma poi comincia a sprofondare preso dalla paura! Umanamente, come biasimarlo? Egli si trova a fronteggiare un vento potente (ischyron). La situazione che vive con gli altri discepoli non è affatto tranquilla: sono tutti sballottati dalle onde. Chi è stato su una barca sa di cosa parliamo. Ci si sente del tutto impotenti di fronte alla forza del mare, il nostro equilibrio è precario e tutto ciò che viediamo è acqua. Come se non bastasse, è notte. Insomma: i discepoli sono in una forte prova. Ma Gesù non ignora quello che sta succedendo: è Lui che ha ordinato loro di precederlo via mare!
  • Dio vede tutto quello che ci accade. Non si perde niente della nostra vita: dispone e permette tutto, prove comprese. Ciò dovrebbe rassicurarci perché Egli è al controllo; e invece talvolta questo pensiero alimenta in noi dubbi e sconforto. Ci sentiamo in balìa di qualsiasi evento, che sia cambiamento, malattia, difficoltà… ogni onda su quel lago ha per noi un nome preciso. Ma Dio li conosce tutti. Non sorvola le onde, ma ci cammina sopra. Non ignora le nostre prove, ma le calpesta, mostrandoci così che Egli ha autorità sopra ogni cosa.
  • Eppure, quando Gesù appare all’orizzonte camminando sulle acque noi siamo presi letteralmente dal panico. Sta scritto che i discepoli furono turbati, ma questa traduzione non rende a fondo il termine greco usato, tarassoo, che porta in sé l’idea dell’agitazione, dello scompiglio, del terrore! Di fatto le onde più grosse non sono fuori della barca, sono dentro il cuore dei discepoli! Quando ci troviamo in questo stato mentale ed emotivo, fraintendiamo tutto quello che vediamo e udiamo. E così, ai nostri occhi Gesù diventa uno spettro!
  •  Potremmo pensare: è normale, in fondo non capita tutti i giorni di vedere qualcuno camminare sulle acque in mezzo ad una tempesta. Sì, ma i discepoli hanno già assistito, poche ora prima, ad un grande miracolo da parte di Gesù: la moltiplicazione dei pani e dei pesci! Evidentemente non hanno ben capito con Chi hanno a che fare…
  • Sta scritto che subito Gesù parla ai discepoli. Non si spazientisce, non li fa gridare a oltranza: rapidamente li rassicura. Dice loro di essere coraggiosi (tharseoo) e ricorda loro la Sua identità. Però non dice «sono Gesù». Dice: ego eimi, Io sono. E’ il nome di Yhwh. Solo Dio può pronunciare queste parole!
  • Ma ecco che Pietro entra in scena. Spesso egli tende a distinguersi dagli altri discepoli, forse ciò fa parte del suo carattere; di sicuro è uno che si nota. Frasi a sproposito, dichiarazioni roboanti… ci sorprende che egli trovi il coraggio di fare una richiesta così strana a Gesù, soprattutto date le circostanze precarie in cui si trova. Perché Pietro chiede a Gesù di farlo camminare sulle acque?
  • Intanto analizziamo i termini che usa. «Kyrie», Signore. Non rabbi, maestro, ma proprio «Signore». Pietro nel suo intimo sa che quell’uomo ha potere e influenza sulla natura e sulle realtà spirituali.
  • «Se sei tu». Può suonare come una sfida, ma date le circostanze, non lo è. Non è il sibilo del serpente che tenta Gesù dicendo «se sei il Figlio di Dio…»; Pietro è nell’incertezza e nella precarietà di una barca sballottata, perciò quello che dice è dettato dalla speranza che si tratti davvero di Gesù e non di un’apparizione qualunque.
  • «Comandami di venire», keleyson me. Pietro vuole un contatto personale e diretto, non un segno qualunque. Avrebbe potuto dire: «comanda al vento di fermarsi»! Ma non lo fa. Perché? Perché Pietro ha capito una cosa importante: i segni esteriori, per quanto grandi, non generano né accrescono la fede. Il discepolo non chiede a Gesù di fermare il vento, per provare la Sua identità; chiede però un segno che diventi «carne» nella sua vita pratica.
  • Per capire: molti atei dicono che crederebbero subito in Dio se Egli si mostrasse davanti a loro con grandi prodigi. Ma Dio non lo fa, perché sarebbe vano. Ciò che conta è aderire nel cuore alla Verità, non cercare prove. Dio prende infinita gloria quando è testimoniato dai Suoi figli, quando passa tramite il nascondimento di canali umani… molto più che se facesse spettacoli miracolistici.
  • Pietro aveva intuito tutto ciò. Dio ottiene grande onore quando mostra la Sua potenza attraverso «vasi di creta», creature limitate come noi. Ecco perché Gesù non si dispiace della richiesta di Pietro, anzi gli dice subito: Vieni!
  • Si potrebbe pensare che Pietro è stato un po’ sfacciato, ma in fondo coraggioso. Tuttavia se analizziamo meglio questa richiesta ci accorgiamo che essa, seppur sincera, è però indice di una fede ancora immatura. Non solo perché poi Pietro finisce in acqua: questa è la conseguenza dell’essere «di poca fede» (oligopiste). Pietro con la sua richiesta non sta cercando di saggiare la potenza di Gesù… vuole testare se stesso!
  • Anche noi a volte facciamo come Pietro. Siamo sinceri nel nostro amore per Gesù, vogliamo seguirLo, ma ci rendiamo conto di essere insicuri. I nostri slanci di zelo sono solo coperture, perché vorremmo vederci diversi, più forti nella fede, più saldi. E così… ci inventiamo da soli delle prove di fede!
  • Pietro non s’è reso conto che stare sulla barca sballottata dalla tempesta è già una prova di fede, voluta da Dio per farci vedere cosa c’è nel nostro cuore. Pietro forse non voleva accettare di aver gridato di paura alla vista di Gesù sulle acque, e così si fa avanti con una richiesta estrema! Vuole dimostrare, non agli altri discepoli e nemmeno a Gesù, ma solo a se stesso quello che vale!
  • Sappiamo tutti come va a finire. La stessa paura che ha fatto urlare Pietro sulla barca, lo fa poi affondare tra i flutti. Pietro è ancora uomo di poca fede perché non ha capito una cosa. La vera fede è accettare e rispondere «sì» alle richieste di Dio, non farsi avanti per futili test di resistenza!
  • La fede si basa sulla potenza di Dio, non sulle nostre capacità umane. Finché saremo concentrati solo su noi stessi non potremo essere uomini e donne di fede. Ma quando volgeremo lo sguardo a Colui che tutto può, allora saremo finalmente stabili. Il Signore ci darà sostegno, forza e saggezza per superare ogni prova che Egli dispone. Pertanto, che senso ha crearsi da soli prove di resistenza? Questa non è fede, ma immaturità.