Catechesi – LA SEPARAZIONE DEL GREGGE

“E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.” (Matteo 25, 32-33)

  • Il famoso brano sul giudizio finale vede protagonisti due animali tipici della realtà pastorale in cui viveva Gesù. Egli ha spesso utilizzato immagini agresti come materiale per la predicazione; ma non dobbiamo pensare che lo facesse solo per semplificare l’insegnamento. Infatti tramite Gesù, la Parola di Dio, il Padre ha creato tutto l’universo; pertanto Gesù conosce molto bene le caratteristiche di ogni creatura. I Suoi riferimenti non sono mai casuali, ma nascono dalla profonda conoscenza del creato. Ecco perché analizzare alcuni tratti tipici delle pecore e dei capri ci sarà utile per approfondire questo brano.
  • Prima di tutto teniamo presente che queste parole non sono state dette alle folle: Gesù prende da parte i discepoli e li istruisce sul monte degli Ulivi (Mt 24,3). Nasce un lungo ed articolato discorso sugli ultimi tempi, da cui ogni discepolo deve capire di non dare mai nulla per scontato. Infatti il cap.25 di Matteo è interamente percorso da similitudini riguardanti i credenti (vergini sagge e stolte, servi con talenti affidati e infine pecore e capri). La distinzione che Gesù fa nelle varie categorie di individui non è tra non credenti e tra credenti, ma tra coloro che si professano cristiani! Le vergini vogliono tutte andare incontro allo Sposo; le persone a cui vengono affidati i talenti sono tutti servi; le pecore e i capri sono membri di un unico gregge!
  • La conferma si ha dal termine con cui Gesù è designato (v.32): pastore (poimèn). Perciò: un solo pastore, un unico gregge. È difficile vedere pascolare pecore con mucche o capre con cavalli, ma non è infrequente associare pecore con capre, allevandole insieme.
  • Eppure una differenza c’è. E Gesù, da perfetto pastore, la conosce bene. Ogni pastore sa tutto del proprio gregge. Per un profano, un gregge è una massa indistinta di animali belanti, ma per un pastore ogni membro è unico. Egli conosce caratteristiche, punti deboli, punti di forza di ogni animale.
  • Nel testo greco i termini utilizzati sono probaton e erifos. Probaton, usato soprattutto al plurale, indica genericamente un gregge, specialmente di pecore; ma non esclude la presenza di capre al suo interno. Mentre erifos è molto specifico ed indica principalmente l’ariete (il maschio della specie). Ecco perché, correttamente, la traduzione non parla di capre ma di capri. Come tutto questo ci può aiutare per capire la separazione che opera Gesù?
  • Intanto c’è una differenza sostanziale tra le pecore e le capre in generale. La capra è più indipendente, meno gregaria. Esplora autonomamente il territorio, salta spesso le recinzioni; è molto selettiva nella scelta dei vegetali da mangiare. Smette di pascolare quando piove o tira forte vento; preferisce arbusti più che erba, perché ama brucare con la testa alta. Si affeziona al pastore ma spesso lo sfida, tende a prendere a cornate altri animali della fattoria e a saltare sopra altre capre come gesto dominante.
  • La pecora è tutto l’opposto! È più docile e tranquilla, non scappa saltando dalle recinzioni; pascola a testa bassa e non disdegna nessuna erba, non smette di brucare se c’è una condizione climatica avversa. È un animale gregario, non domina sulle compagne pur se rispetta la gerarchia, non sfida il pastore ma lo segue docilmente.
  • Pecora e capra fanno parte di un unico gregge; il pastore ama entrambe. Ma il comportamento di quale animale è più in sintonia con il resto del gruppo? Quale compiace di più il pastore? Qui non si tratta di amore; si tratta di camminare nella fedeltà e di portare a compimento ciò che propone il Pastore, di seguirlo senza iniziative personali. Pasturare un animale ribelle è molto faticoso!
  • E noi: siamo pecore o capre? Quanti di noi vogliono saltare la recinzione per avventurarsi fuori, non capendo che Dio ci vuole proteggere? Quanti vogliono scegliere da soli che nutrimento brucare anziché essere grati per ciò che Dio dispone? Quanti smettono di pascolare durante periodi di prova?
  • Sia la capra che la pecora si affezionano al pastore; ma la separazione non avviene sulla base dei sentimenti, bensì delle opere. Ecco perché il famoso elenco che segue nel testo («ho avuto fame, sete, ero forestiero, malato» ecc.) richiama ad una realtà pratica. È il comportamento all’interno del gregge che fa da discriminante.
  • A nessun animale del gregge viene chiesto di guidare, di scegliere in che pascolo andare, di decidere tempi e pause del cammino. Questi sono compiti del Pastore! Ma ciò che conta nel gruppo è la cura e la protezione dei piccoli, dei più deboli, degli indifesi.
  • Le pecore si comportano proprio così. Di fronte ad un pericolo o quando ci sono climi avversi, esse non scappano a cercare riparo autonomamente, come le capre: si uniscono e compattano il gruppo, dando sollievo e protezione agli agnelli e ai membri più deboli. Gli etologi, che studiano il comportamento degli animali, hanno rilevato un fatto interessante. Le pecore, a parte il pastore, scelgono di seguire all’interno del gregge non l’ariete più forte, ma la pecora più saggia! Fisicamente essa può essere debole, ma è presa a riferimento perché si occupa della cura e del nutrimento della prole. Cominciamo ora a capire meglio su che base Gesù opera la separazione?
  • Certo, anche le capre si occupano dei propri piccoli… ma come abbiamo visto, hanno dei comportamenti ambigui nei confronti della comunità. Sono più interessate ai loro progetti, alle loro comodità, ai loro bisogni. Se c’è convenienza, si aggregano; altrimenti vanno per conto proprio.
  • Il fatto che si parli specificamente di capri (erifos) è emblematico perché notoriamente i maschi di un gregge (siano essi ovini o caprini) non condividono mai la cura degli agnelli, ma si radunano in un gruppo a parte, una sorta di club maschile. Stanno per conto loro e cercano il resto del gruppo solo per la riproduzione.
  • Bisogna scegliere da che parte stare, fin da ora. Con le pecore o con i capri? Con il gruppo che si prende cura dei piccoli del regno e si lascia guidare docilmente dal Pastore, o con gli individui che pensano solo a se stessi e sfruttano gli altri per i propri interessi? Ricordiamoci che stiamo parlando sempre e solo di…cristiani!
  • La separazione netta che un giorno Gesù attuerà sarà semplicemente uno svelare ciò che fin d’ora scegliamo. Egli non fa preferenza di persone. Per quanto ami intensamente ogni membro del Suo gregge, Gesù non può permettere comunione e vicinanza con coloro che Lo hanno respinto o ignorato. Perché di Lui in persona si tratta. «Ogni volta… l’avete fatto o non fatto a Me».