Catechesi – LA VIA DA SCEGLIERE

“Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;”   (Salmo 1,1)

  • Questa parola è da imparare e meditare sempre, perché racchiude il segreto della vera felicità, che nel Signore è sempre indicata come beatitudine.
  • Non è uno stato di assenza di sfide, ma è la serenità di chi continua a scegliere, anche con fatica, la via giusta.
  • La popolarità di questo salmo forse non ci fa soffermare sulle sue parole, ma è un esercizio da fare per scoprire la saggezza del Signore.
  • Chi si dice credente, difficilmente sceglierà palesemente cattive compagnie. Eppure ad una lettura superficiale è questo il senso che diamo alle parole empi, peccatori, stolti.
  • Questo salmo ci fa immaginare un uomo (o una donna) intento a schivare prostitute e drogati, a non frequentare luoghi dubbi, a non scandalizzare i ben pensanti.
  • Forse i moderni cristiani da salotto fanno questo. Ma di certo non lo faceva Gesù. Perché Gesù andava a pescare i propri seguaci proprio tra coloro che la gente comune evitava, e non si preoccupava certo di risultare popolare tra i farisei.
  • Ma non c’è contraddizione tra quello che dice il salmo e quello che faceva Gesù. Perché?
  • Perché non si possono selezionare le persone in base al loro status, facendo di tutta l’erba un fascio. Gesù vedeva i cuori, pertanto sapeva bene chi non credeva e chi credeva, indipendentemente che fosse il capo della sinagoga (Giairo) o il gabelliere (Matteo).
  • Ma soprattutto ricordiamoci che nelle lettere apostoliche si invitano sempre i credenti a guardarsi da quelli che sono all’interno delle loro comunità!
  • In esse vengono registrati i peggiori peccati, i peggiori tradimenti, le peggiori stoltezze, e l’invito è sempre quello di stare all’erta da quelli di dentro! Quindi l’avvertimento del salmo è sì a distaccarsi dalle cose nocive del mondo… ma ciò avviene in automatico per un credente. Il problema è quando l‘iniquità serpeggia occultata dove non dovrebbe stare.
  • Per capire ancora meglio l’invito a rimanere saldi, teniamo presente che questo versetto si snoda attraverso tre scenari. E’ molto interessante, perché mostra una specie di gerarchia di contesti con i relativi personaggi.

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  • Il testo greco (Septuaginta) ci dice delle cose più specifiche. Riscriviamo il versetto seguendo la versione greca:
  • Beato l’uomo che non cammina nel consiglio degli empi, e nella strada dei peccatori (coloro che errano) non sta, e non siede nella cattedra (posto) degli impuri.
  • Quindi notiamo una progressione. Dal camminare, allo stare, al sedersi. Sono tre situazioni diverse ma potrebbero anche essere l’una conseguenza dell’altra. Prima uno si incammina nella direzione errata a causa di un consiglio maligno, si trova su una via sbagliata insieme con altri malcapitati, infine prende posto stabilmente in un’assemblea di gente impura.
  • Non per fare graduatorie, ma spesso noi pensiamo che siano peggio gli empi o i peccatori degli impuri… ma potrebbe non essere così. Infatti camminare su strade sbagliate non è certo auspicabile, però c’è l’idea di movimento, di qualcosa di dinamico che può cambiare (come una conversione). Ma l’impurità è contaminante (il termine greco indica la pestilenza) e il fatto di sedere con gli impuri indica una condizione statica che è difficile da smuovere. Tant’è che il termine greco indica posto stabile, cattedra appunto!
  • Qual è l’antidoto a queste cose? È proprio il contrario di quello che viene proposto e cioè:
  • L’unico consiglio da cercare è quello dei saggi, ossia di coloro che camminano nella verità, nella parola di Dio; è stolto cercare consigli da chi non fa un cammino nel Signore.
  • Se si è commesso un errore, non rimaniamo fermi sulla via dei peccatori: ritorniamo al Signore senza timore!
  • Rifiutiamoci di fare comunione con chi è impuro spiritualmente!

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“non seguire la maggioranza, segui la giusta via”