Catechesi – CHI È GIUSTIFICATO

“Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati.”   (Romani 2,13)

  • San Paolo nella lettera ai Romani sta facendo tutto un bellissimo ed articolato discorso per mostrare inequivocabilmente che la legge non giustifica, che siamo resi giusti solo dalla fede in Cristo, e che tutti gli uomini sono peccatori e bisognosi di salvezza, sia pagani che giudei.
  • E allora questo versetto estrapolato dal suo contesto sembra all’apparenza confermare invece quello che sostenevano i giudei osservanti, e cioè che si è giusti nel praticare tutto quanto prescritto nella legge mosaica. Come si spiega?
  • Intanto: Paolo precisa che c’è una differenza tra chi ascolta semplicemente e chi fa. Questo vale universalmente, perché non ha senso dire una cosa e poi contraddirla con il proprio comportamento.
  • Analizzando i verbi del versetto notiamo qualche dettaglio in più. Tra l’altro nell’originale greco non si tratta nemmeno di verbi: il testo parla semplicemente di “ascoltatori” e di “facitori”.
  • Gli ascoltatori però non sono semplicemente quelli che appunto ascoltano, ma il termine usato è quello relativo ai discepoli, a coloro che ascoltano per imparare. Quindi non si tratta di persone che sentono distrattamente delle parole, ma di coloro che porgono tutta l’attenzione per apprendere. Tuttavia… questo non è sufficiente evidentemente!
  • Gli altri, i “facitori”, non sono solo dei meri esecutori. Ascoltano e mettono in pratica, ma il verbo utilizzato è poieo, che molto spesso indica le opere della mente. Quindi questa seconda categoria di persone ascolta, medita, fa sua la Parola di Dio, e poi la concretizza con gesti e parole conformi e coerenti. Possiamo dire che la incarna e non solo che la vuole apprendere come fosse un concetto astratto.
  • Il versetto fa riferimento specificamente alla legge, che è ovviamente Parola di Dio, ma non può essere considerata in se stessa strumento di salvezza. E questo non era solo un problema dei giudei, ma anche di noi cristiani, quando consideriamo la Parola di Dio non come una Persona ma ancora come lettera scritta su pietra. Cosa significa questo?
  • Significa che anche l’individuo più rigoroso e disciplinato non può rispettare sempre tutta la legge. Significa che è stolto fare opere di bene per essere graditi a Dio. Significa che anche il sacrificio di noi stessi per gli altri, se fatto per meritare qualcosa, non ha valore!
  • Paolo ci spiega che l’atteggiamento giusto nei confronti della legge è lo stesso che deve valere anche nella relazione personale con Gesù. Infatti non ha senso ascoltare le parole di Gesù e poi fare di testa nostra!
  • Tra l’altro Paolo sottolinea una differenza fondamentale: un conto è essere giusti davanti a Dio, un altro è essere giustificati. Nel primo caso c’è un’assurda pretesa di fondo, che infatti Paolo vuole eliminare quando più avanti dice che tutti sono peccatori. Nessun uomo può stare davanti a Dio e pretendere di essere giusto, che sia a causa delle sue parole o delle sue opere.
  • Ma essere giustificati è tutta un’altra storia! Giustificare significa rendere giusto qualcosa o qualcuno che giusto non è. Ma un conto è accampare scuse di fronte a Dio, un conto è appellarsi all’unica cosa che può reggere il confronto con la santità di Dio e cioè il sangue di Gesù!

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“pagato in pieno”