Catechesi – IN PRINCIPIO

“In principio Dio creò il cielo e la terra.”   (Genesi 1,1)

  • Così inizia la bibbia. Un breve ma significativo versetto. Subito mette in chiaro le cose e spiega chi è l’Autore di tutto. Poi focalizza le due cose principali create, cielo e terra.
  • Con cielo s’intende sinteticamente tutto ciò che compone l’universo, i corpi stellati, i pianeti, le galassie… e con terra tutto ciò che è il mondo della vita con animali, piante… e l’uomo.
  • Ma la parola fondamentale di questo versetto è “in principio”, che in ebraico è “bereshit”, da cui prende il nome l’intero libro.
  • Dio non ci lascia mai nell’ignoranza, anche se sa che la nostra mente può cogliere solo pochi aspetti della Sua grandezza. E così ci spiega come tutto ha avuto origine. Ma quello che Gli interessa non è spiegare le cose scientificamente: sa che l’uomo può avanzare nella conoscenza scientifica guidato da Dio. Ciò che è importante per Dio è ricordare all’uomo Chi lo ha generato e Chi ha creato tutto. Se l’uomo non si dimentica, rispetterà le creature; se si dimentica, rovinerà tutto.
  • Ma questo “bereshit” è parziale. Perché se è vero che con la creazione inizia anche il tempo, e con esso uno svolgersi progressivo di fatti, è anche vero che Dio è oltre il tempo. Quindi il bereshit della genesi è solo il principio della creazione, il principio dei tempi.
  • C’è infatti un altro bereshit importantissimo nella bibbia…

“In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.”  (Giovanni 1,1)

  • Ecco l’altro bereshit! Non meno importante del primo, anzi. Ovviamente in questo caso la parola è archè, trattandosi di un vangelo e quindi scritto in originale in greco.
  • La differenza tra bereshit e archè è importante e va sottolineata. Poiché Dio non fa mai niente a caso, c’è la Sua firma in questo diverso uso di lingue e parole, anche se in italiano figura come la stessa.
  • Infatti bereshit indica l’inizio temporale di qualcosa. Quindi conferma che la creazione ha avuto un inizio: prima non c’era, poi viene creata. Con essa, sono iniziati i giorni, quindi il tempo.
  • Archè invece è atemporale. Non riguarda l’inizio di qualcosa, ma piuttosto la sua sostanza, il suo essere. Pertanto, quando Giovanni dice che in principio era il Verbo, intende solo una cosa: che Dio esiste, è Parola viva e da essa ogni cosa trae origine. Non può esistere niente senza Dio, per quanto molti si affannino a dimostrare il contrario.
  • Ma come mai questi “princìpi” si trovano in parti così distanti tra loro nella bibbia? Per capirlo pensiamo alla nostra storia personale.
  • Fin da piccolissimi, ci interessava molto sapere tutto della nostra nascita, di quando eravamo nella pancia… chiedevamo ai nostri genitori dettagli che avevamo vissuto, ma di cui non ci ricordavamo niente. E così tramite le loro parole scoprivamo tante cose della nostra storia. Il bereshit della genesi è proprio questo: un Padre che racconta ai propri figli di come e quando hanno cominciato ad esistere.
  • Poi però siamo cresciuti, e la nostra attenzione si è allargata. Crescendo ci siamo resi conto che, benché unici, abbiamo delle caratteristiche derivate dalla nostra famiglia di origine, fisiche, caratteriali, spirituali. Ci rendiamo conto che siamo stati impastati di una sostanza che già esisteva, quella dei nostri genitori. L’archè del prologo di Giovanni è proprio questo: dei figli che scoprono se stessi e di che pasta sono fatti attraverso la conoscenza diretta con loro Padre. Ora Egli non narra più solo di loro, ma narra di Sé, perché sa che i figli possono conoscere se stessi solo se conoscono le proprie Origini.
  • Quante cose si sono chiarificate, in bene e in male, quando siamo diventati grandi! Cose “strane” della nostra famiglia, situazioni che da bambini percepivamo come molto belle o molto brutte, ma a cui non sapevamo dare una spiegazione. Quando invece siamo cresciuti abbiamo visto con occhi diversi le persone che ci hanno circondato ed abbiamo saputo dare un nome a ciò che prima era nebuloso. Per la prima volta ci siamo guardati allo specchio ed abbiamo capito che molto di quello che siamo deriva da ciò da cui proveniamo.
  • Per capire ancora meglio la differenza tra bereshit e archè pensiamo sempre alla nostra storia. Il bereshit è il nostro giorno di nascita, anzi il momento del nostro concepimento. L’archè invece è il nostro albero genealogico!
  • Ma non finisce qui. Perché nella vita c’è sempre dinamismo, cambiamento. L’inizio di qualcosa potrebbe essere molto diverso dalla sua fine. Ecco perché il concetto di “principio” si ritrova anche nell’ultimo libro della bibbia, l’apocalisse. Può sembrare strano, ma non lo è dal momento che si parla sempre di archè, ed abbiamo visto che indica un principio di sostanza, non di tempo.

“Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine.”  (Apocalisse 22,13)

  • Per ben tre volte nell’apocalisse, Gesù si definisce il principio di tutto, l’archè. Questa è l’ultima volta, pochi versetti prima che la Lettera di Dio agli uomini si chiuda. Dio non vuole che ci siano dubbi, non vuole che si trascuri un dettaglio così importante. Gesù è il Verbo all’origine di tutto.
  • Ma si definisce anche l’omega, l’ultimo, la fine. Sembra contraddittorio, ma solo perché lo leggiamo in italiano. In greco il termine usato per fine è telos, che significa scopo, adempimento! Quindi Gesù sta dicendo a tutti i figli di Dio: Io sono la vostra origine, ma sono anche il senso della vostra vita!
  • Dio non ci crea per poi mollarci da soli a sbrigarcela. Ci è sempre accanto, ma va scelto ogni giorno per costruire qualcosa di valore e dare un senso alla nostra esistenza che deriva da Lui.
  • Quindi questo è l’ultimo passaggio per portare i figli alla maturità. Dopo che un figlio ha preso consapevolezza di come è nato e ha appreso del suo albero genealogico, deve fare una scelta. Dove indirizzerà il proprio cammino? Ricalcherà le orme dei genitori, in bene o in male? O darà una svolta?
  • In quanto figli di Dio, la scelta più saggia è quella di ricalcare le orme di nostro Padre, anzi del nostro fratello maggiore, la Via. Scegliere Lui come telos, scopo della nostra vita e non guardarsi più indietro.