Catechesi – NUOVA CREAZIONE

“Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.” (2 Corinti 5, 17)

  • Quante volte abbiamo letto questo versetto, pensando al momento in cui Cristo è entrato nella nostra vita. Eppure lo stesso versetto ci sembra distante, nei momenti in cui ricadiamo negli errori di sempre. Ma poiché si tratta della parola di Dio, che mai può contraddirsi o essere falsa, dobbiamo per forza dedurre che sono le nostre sensazioni di frustrazione ad allontanarci dalla verità.
  • Questa frase è un dato di fatto. La fede è sempre un dato di fatto, non è soggetta alle nostre sensazioni. La Verità non cambia a seconda di come ci sentiamo spiritualmente.
  • L’unica condizione fondamentale è: essere in Cristo.
  • Sappiamo che la salvezza è l’incontro di due mani. La prima è quella di Dio, che ci offre la salvezza perfetta di Cristo; la seconda è la nostra che si aggrappa alla mano di Dio e che accetta la salvezza. Ma la vita è un cammino: quindi non è detto che se abbiamo afferrato la mano di Dio una volta, continueremo sempre a farlo. La scelta è solo nostra.
  • Ovviamente Gesù è sempre lì accanto a noi con la mano tesa. Sta a noi scegliere di afferrarla e non mollarla mai. Questo significa essere in Cristo, rimanere in Lui.
  • C’è stato un momento di svolta, la nostra conversione, in cui Dio ci ha reso Suoi figli, e questo non cambierà mai. Siamo nati di nuovo, siamo nuove creature. Ma da quel momento in poi, ogni volta che molliamo la mano di Gesù, è come se facessimo un salto indietro. Siamo figli di Dio ma torniamo a rotolarci nelle cose del mondo.
  • A quel punto possiamo scegliere se abbatterci, pensando di avere commesso cose irreparabili, oppure possiamo fare come il figliol prodigo: alzarci e tornare da nostro Padre. Ecco, proprio in quel momento, è una nuova conversione. E il versetto della 2° lettera ai Corinti torna ad assumere senso per noi. Torniamo ad afferrare la mano di Dio e sappiamo con certezza che siamo nuove creature.
  • Il termine tradotto come creatura in realtà è ktisis. Il significato principale di ktisis è fondazione di città; assume anche il significato di creazione. Paolo ci sta dicendo che quando uno dà la propria vita a Cristo, avviene una nuova creazione! E’ come se il tempo ripartisse dall’inizio, dalla genesi. Viene gettata la prima pietra di fondazione della Gerusalemme celeste, dimora di Dio con gli uomini… e tutto questo nello spazio circoscritto della nostra persona! E chi è quella Pietra, se non Cristo stesso?
  • Capiamo ora la portata di questo versetto? Finché pensiamo “solo” di essere nuova creatura, ci sentiamo un po’ come uno che è andato in beauty farm o dal parruchiere: viene rimesso a nuovo, viene restaurato al meglio…e dopo un po’ torna tutto come prima. E invece no! Paolo ci sta aprendo la visuale di Dio sulle cose! Essere in Cristo non è un veloce restyling… è una nuova opera di fondazione/creazione!!!
  • E la buona notizia è che tutto questo avviene sempre dopo ogni nostra caduta. Ogni volta Dio riparte daccapo. Cancella quello che c’è stato fino ad allora e ricomincia. Ma lo farà solo con il nostro consenso e con la nostra esplicita richiesta.
  • Forse abbiamo avuto paura a volte a tornare dal Padre con le nostre sozzure. Ma questo versetto deve assolutamente eliminare da noi ogni timore infondato.
  • Il vero significato di ktisis ci illumina meglio sul senso del resto del versetto: “le cose vecchie (arcaia) sono passate, ecco ne sono nate di nuove (kainà). Ci conferma che avviene una nuova creazione, una nuova genesi, una nuova fondazione. Arcaia indica le cose vecchie in quanto passate. Non necessariamente vecchie perché datate; potrebbe essere una cosa fatta pochi minuti fa. Ma se abbiamo cambiato direzione e stiamo tornando dal Padre si tratta di una cosa passata.
  • Kainà indica indubbiamente le cose nuove. Ma ha anche un secondo significato che ci supporta in questa idea di novità, cioè cose inaspettate, straordinarie, insolite. La novità di Dio è sempre qualcosa di sorprendente!
  • Il verbo che indica il nascere di cose nuove è gighnomai, che ha vari significati ma tutti con l’idea di qualcosa che cambia e si trasforma. Significa diventare, ma anche passare da uno stato ad un altro. Quando si diventa adulti, non si è più bambini e non si può tornare indietro, anche se non perdiamo la nostra identità ed unicità. È questo il senso della nuova creazione.
  • Ricordiamocelo sempre: quando Dio dà il via ad una cosa nuova, non porta mai dietro i residui del passato. Quindi non dobbiamo tentare di portarli noi. Non possiamo guardarci indietro. A noi sembra impossibile a volte non tenere conto del nostro passato. Guardarsi indietro è utile solo per fare memoria delle cose grandi che Dio ha compiuto nella nostra vita. Il resto è da dimenticare. Come fa Dio con i nostri peccati.

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“nuova creazione in Cristo –  prima e dopo”

  • Il bruco che diventa farfalla: ecco cosa è la nuova creazione in Cristo! La farfalla deriva dal bruco, non appare dal nulla; ma è un essere totalmente nuovo e infinitamente più bello!
  • La farfalla non perde tempo a pensare a quando era bruco, se era goffa o brutta o stolta. Il bruco non c’è più, è passato. Ora c’è la farfalla, e lei vuole solo vivere appieno la nuova vita che le è stata donata!