Catechesi – CREDI TU QUESTO?

“Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”  (Giovanni 11, 25-26)

  • Gesù mette spesso in relazione la fede con la vita, e il versetto suddetto è l’emblema di questo collegamento così forte.
  • Ci sembra strano correlare fede e vita. Ma solo finché guardiamo le cose da un punto di vista carnale. Infatti nella carne tutto è limitato a causa ed effetto, per cui cerchiamo sempre spiegazioni scientifiche per descrivere qualcosa che va oltre il tangibile. La scienza è cosa buona, ma solo se illuminata da Dio . Altrimenti non vede aldilà del proprio naso.
  • La vita è qualcosa che va oltre ciò che vediamo. Perché la vita viene da Dio. E’ il Suo soffio vitale (ruah) che vivifica cose immobili, statiche, morte. Adamo era perfettamente formato ma finché il Ruah non ha soffiato in lui, egli non stava vivendo.
  • La vita è dinamica. Non la si può definire, se ne possono solo contemplare gli effetti. Un po’ come il vento (simbolo infatti dello Spirito Santo): non si può vedere, ma si percepiscono i suoi movimenti. Quand’è che definiamo un luogo vivo? Quando c’è acqua corrente, piante che fruttificano, animali che si muovono. La vita è qualcosa di dinamico, non sta ferma, cambia sempre. Noi invece vorremmo talvolta fare delle foto alla vita e ingabbiarla in un momento statico, per conservarla, ricordarla… ma così facendo la soffochiamo.
  • Una foto o un quadro di un bel paesaggio fiorente è comunque una cosa morta. Non c’è vita in essi. Ce n’è solo il ricordo. Quell’istante che abbiamo fotografato non c’è più, non esiste più. E’ morto di fatto.
  • Di solito si dice che fotografare/dipingere/scolpire qualcuno significa immortalarlo. Niente di più sbagliato. Non lo si sta immortalando, cioè dandogli vita eterna… lo si sta invece mummificando!
  • Bisogna prendere atto che tutto ciò che è solo umano e carnale non ha in sé la vita eterna. Non potrà mai averla, a meno che sulla scena non compaia Gesù…
  • È ciò che accade nel versetto: Lazzaro è morto da 4 giorni, le sue sorelle piangono. Gesù non è arrivato al momento opportuno, secondo loro. Ma secondo Dio? Secondo Dio, quello è il momento perfetto. Quando ogni umana speranza è definitivamente morta e sepolta. Solo allora la rivelazione di Gesù come “la resurrezione e la vita” può avere il suo massimo impatto ed efficacia.
  • Se Gesù fosse arrivato prima, avrebbe guarito Lazzaro. Avrebbe potuto dire a Marta “Io sono la resurrezione e la vita” ma lei non avrebbe capito. Avrebbe al massimo compreso che Gesù è la guarigione. Ma Gesù è molto di più!
  • Gesù dice di essere la resurrezione (anastasis) e la vita (zoè). Non una vita qualsiasi: zoè è la vita eterna, cioè quella che non finisce perché non può più morire. Anastasis è la resurrezione, ma il verbo da cui deriva significa anche alzarsi. Porta in sé una combinazione di decisione di mettersi in piedi e una capacità di farlo che va oltre ogni umana forza.
  • Ecco perché Gesù mette in relazione vita eterna e fede. Perché la fede è per prima cosa un dono di Dio, ma poi diventa anche una scelta. Scelta di puntare tutto su Dio e sulla Sua potenza.
  • Quello che Gesù chiede a Marta (“credi tu questo?”) lo chiede anche ad ognuno di noi, tutti i giorni, soprattutto in quelli in cui oni speranza umana sembra volatilizzata. Ed è un bene che sia così. Perché finché penseremo di potere contare sulle nostre forze, non attingeremo alle risorse del Cielo. E Gesù non vede l’ora di donarcele.
  • La frase un po’ enigmatica di Gesù nasconde il segreto per vivere in Lui. “Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”. Cosa vuole dirci Gesù?
  • Senz’altro sta parlando di Lazzaro. Ma Dio non limita le Sue parole al momento contingente. Gesù sa che la resurrezione di Lazzaro è solo momentanea; di lì a breve, Lazzaro morirà di nuovo, come accade a tutti. Gesù ha in mente un’altra resurrezione, la Sua, dopo la quale Egli non può più morire. E la bella notizia è che nemmeno coloro che sono in Lui moriranno più!
  • Certo, passeremo tutti dalla morte fisica. Ma chi è assimilato a Cristo, “anche se muore, vivrà”.
  • La resurrezione di Cristo ha valore solo per l’aldilà? Ovviamente no. Infatti la seconda parte della frase è il segreto per una vita dimorante in Cristo, una vita piena, fin da subito. “Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”.
  • Cristo è risorto e ciò dovrebbe essere per noi fonte di gioia. Invece noi non capiamo a fondo questo evento, perché abbiamo sotto sotto l’idea che Lui ci ha lasciati qui da soli a sbrigarcela. Ecco perché molti fanno defezione nella fede. Se solo afferrassero la Verità…
  • Certo, Gesù adesso è corporalmente lontano, nel senso che ora è alla destra del Padre, e fisicamente tornerà alla fine dei tempi. Quanto soffriamo noi quando qualcuno che amiamo è lontano fisicamente! Può essere a causa di una morte, di una malattia, di un lavoro altrove… eppure può la lontananza fisica cancellare l’amore tra due persone? Se è amore vero, no. Quindi intanto possiamo stare sicuri sull’amore di Dio, sparso nei nostri cuori (Rm 5,5).
  • La bibbia ci dice molte volte che Dio è in noi, che vive in noi (es. Gal 2,20). Ma in concreto questo cosa significa? Significa far vivere Gesù nelle cose che facciamo.

Catechesi_35fonte: www.fullofeyes.com

  • Quante volte le persone compiono delle azioni solo perché sanno che farebbero piacere a coloro che amano o che hanno amato? Ad esempio c’è chi si iscrive ad una facoltà perché sa che al proprio genitore, che magari ha perso, avrebbe fatto piacere; c’è chi va a fare un viaggio in onore di un amore perduto; c’è chi fa volontariato pensando al proprio fratello con disabilità. Tralasciando l’opportunità o meno di fare queste cose nella carne, pensiamo però a Gesù. Prima di morire ha detto poche, semplici cose ai discepoli, e ha detto di farle per amore Suo. Ha detto di farle “in memoria di Me”. Non comandi, ma richieste di amore.
  • Dunque quale modo migliore per far vivere la Persona Amata dentro di noi? Facendo quello che a Lui è gradito! Non per un ricordo sterile: Gesù è sì morto, ma è poi risorto! Quindi continua a suggerirci, tramite il Suo spirito, quali sono le cose a Lui gradite che desidera che facciamo per amore Suo, in attesa del Suo ritorno!
  • Fare ciò che è gradito alla persona che amiamo significa vivere in pienezza, perché è come se vivessimo per due! Viviamo la nostra vita e quella dell’altra persona, che gioisce nelle cose a lei gradite. E poiché la persona che amiamo è Gesù, fare ciò che a Lui è gradito significa vivere in eterno, perché viviamo la Sua vita, che è vita di resurrezione!
  • Fare ciò che è gradito a Dio vuol dire vivere per fede, perché spesso Lui ci chiederà di fare cose umanamente non sensate o non vantaggiose. Ma per chi ama davvero, non c’è “ma” che tenga. Del resto, quanti investono anni della propria vita in studi che non interessano, pur di adempiere i desideri di qualche parente? Se c’è chi fa queste cose nella carne, anche sbagliando, perché dovrebbe sembrarci strano o non conveniente fare ciò che Dio ci chiede?
  • “Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno” o, come dicono delle traduzioni, “non morirà mai”. E ora sappiamo perché. Crediamo noi questo?