Catechesi – LA LEGGE DELLA LIBERTA’

“Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla.” (Giacomo 1, 25)

  • Giacomo illustra la strada della vera felicità. Oggi tutti la bramano, ma nessuno alla fine riesce a trovarla, se la cerca fuori da Cristo. Spesso le persone si accontentano di paradisi artificiali, sterili e vuoti.
  • Analogo discorso per la libertà. Non si fa altro che parlare di libertà, ma non si sa veramente da chi e da cosa. La libertà è solo diventata una scusa per fare ciò che si vuole senza tener conto delle necessità altrui.
  • Il verbo greco tradotto come “fissare lo sguardo” è parakypto. Implica un’azione come curvarsi o inclinarsi per osservare. Quindi non è un semplice guardare qualcosa che ci si para davanti, ma indica un’intenzionalità, una scelta che coinvolge il corpo e le azioni. Insomma, bisogna cambiare posizione per osservare…
  • E l’oggetto dell’indagine non è altri che la legge della libertà. È detta la legge perfetta, traducendo teleion, che significa compiuto, finito. La perfezione è completezza, prima che assenza di difetti.
  • Ma cos’è questa legge di libertà? Sembra quasi un paradosso, perché siamo abituati a pensare alla libertà come all’assenza di leggi o perlomeno alla totale non curanza di esse.
  • Ma la vera libertà sta all’interno di leggi, diversamente da quanto si possa pensare. E’ una perversione del pensiero credere il contrario. Dio che ha creato così le cose, finché l’uomo, mal suggerito da satana, non le ha sovvertite.
  • Dio ha da subito dato delle direttive chiare a cui attenersi. Niente di strano o di troppo difficile e nemmeno troppo restrittivo: nell’Eden era sufficiente evitare di mangiare il frutto di un unico albero!
  • I limiti servono per proteggere. La libertà è felicità solo quando i limiti sono rispettati. Altrimenti la libertà diventa un incubo e una condanna.
  • La vera libertà non è tanto libertà d’azione quanto di scelta. Anche perché le azioni sono sempre conseguenze di scelte e non viceversa. Uno agisce senza scegliere solo quando non esistono norme specifiche al riguardo.
  • Per capire questo concetto facciamo un esempio: un uomo decide di andare in spiaggia, e va in una qualunque. E’ libero di scegliere? Sì, ma non è vera libertà di scelta, perché tutto sommato un’opzione vale l’altra. Ma se una particolare spiaggia avesse un cartello con un divieto d’ingresso, allora la libertà di scelta dell’uomo arriverebbe al suo massimo potere. Perché a quel punto egli deve scegliere se attenersi alla legge o infrangerla, e questo è veramente una scelta importante!
  • Senza legge non c’è vera libertà di scelta, contrariamente a quanto si pensa.
  • L’uomo oggi vuole eliminare tutte le leggi e i divieti, credendo così di avere libertà di scelta. Ma è un grosso inganno. Anche perché i divieti messi da Dio non sono per puro diletto, come se Egli volesse limitare l’accesso alla sua proprietà privata. I divieti messi da Dio sono per protezione dell’uomo. E quando l’uomo rende lecito ciò che per Dio non lo è, manda miliardi di persone al massacro. E’ satana che manovra queste idee.
  • Quando si parla di legge di Dio si pensa subito alla legge mosaica, e ci chiediamo: ma noi che siamo cristiani, non dobbiamo più sottostare ad essa? Gesù dice che non è venuto ad abolire la legge, ma a portarla a compimento. Ecco che torna l’idea di legge perfetta perché compiuta. E questo compimento è la piena soddisfazione dei requisiti che solo Gesù ha fornito al Padre.
  • Infatti sta scritto che Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge (Galati 3,13), non dalla legge stessa! La maledizione della legge è il vano tentativo umano di vivere una vita senza macchia seguendo ogni minimo precetto. Nessuno lo potrà mai fare. Solo Gesù l’ha fatto, ecco perché siamo giusti per fede!
  • Quindi cosa significa? Che non dobbiamo essere legalisti perfetti per piacere a Dio. Anzi è vero il contrario. La pienezza della legge è l’amore (Romani 13,10).
  • L’amore supera, integra, completa la legge mosaica. Perché quando uno fa le cose solo per moralismo, prima o poi sbaglia e perde di vista il destinatario delle cose che fa. Ma se uno agisce per il bene dell’altro, non può mai infrangere la legge!
  • Ecco perché Giacomo dice che rimanere fedeli alla legge della libertà implica il fare. Non fine a se stesso, ma come conseguenza di ciò che c’è nel cuore. Restare fedele è la traduzione del verbo paramenoo, che significa rimanere, sostare in un luogo, persistere, perseverare. La fedeltà è questo: rimanere al proprio posto qualunque cosa succeda.
  • Giacomo mette a confronto due tipologie di credenti, mostrando la differenza tra colui che pensa di essere fedele ma non lo è, e colui che veramente lo è.
  • Il primo è definito “ascoltatore smemorato”. Quante volte anche noi sentiamo ma non ascoltiamo ciò che dice Dio, e quindi non possiamo trattenere nella nostra memoria. Chi non ricorda non può essere fedele, perché a lungo andare dimenticherà le cose importanti, finendo per fare ciò che gli passa al momento per la testa.
  • Chi mette in pratica, invece, non può dimenticarsi, quindi ha molte più chances di perseverare fino in fondo. Quante volte a scuola abbiamo studiato nozioni, ma senza l’applicazione pratica esse finiscono presto nel dimenticatoio!
  • Giacomo conclude dicendo che chi mette in pratica sarà felice. Anzi per la precisione il termine usato è makarios, che significa beato! È lo stesso aggettivo delle beatitudini. Quindi non una felicità fugace e superficiale, ma una condizione costante che non è mai scevra da difficoltà, e proprio per questo più vera e piena.
  • Si dice che la libertà si paga a caro prezzo. È vero ma non nel senso che dice il mondo. La nostra libertà è stata pagata al prezzo più alto mai avuto nell’intera storia…

Catechesi_38“Gesù è morto per me. Il minimo che possa fare è vivere per Lui”