Catechesi – QUANTO? COSI’ TANTO

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.”  (Giovanni 3,16)

  • Quando leggiamo tante volte un versetto poi esso diventa talmente familiare alle nostre orecchie che dimentichiamo di assaporarne le parole ed il significato. Così accade per questo famoso e super citato Giovanni 3,16. Esso, da solo, rappresenta il cuore del vangelo, la buona notizia. Se incontrassimo uno che non conosce nulla di Cristo, potremmo citare questo come partenza per l’evangelizzazione. E invece, anche quando si insegna il catechismo ai bambini, si dà tanto risalto subito ai comandamenti, alla legge, alle cose “da fare”.
  • Certo, ogni parte della bibbia è importantissima. Ma spesso ci sfugge il senso di tutto. Siamo così concentrati sui dettagli che ci perdiamo la bellezza del totale. Ci comportiamo come quelli che guardano un quadro dalla distanza di pochi centimetri. Notano le pennellate, ma ignorano il soggetto del quadro e il suo significato. Per un vero critico d’arte, entrambe le visuali sono importanti; ma si parte sempre dallo scoprire il quadro nella sua totalità per poi scendere nei dettagli. Poi, una volta analizzati i dettagli, è bene tornare a guardare il quadro per intero, perché questo consente di apprezzarlo ancora di più. Prima lo si guarda con emozione, ma senza conoscenza. Dopo lo si ama, perché all’emozione si è aggiunta la conoscenza.
  • Vale lo stesso tra noi e Dio!
  • Per prima cosa Egli ci attira a sé, e noi subiamo tutto il fascino della Sua presenza, in un periodo pieno di emozione. Dopodiché Gesù ci invita a scendere nel dettaglio della Sua parola, ed allora scopriamo cose che nemmeno immaginavamo. Sentiamo tutta la profondità e la responsabilità di quelle parole. La loro dolcezza si mescola con la sapidità. Non è una dolcezza vuota e melliflua, ma una tenerezza conquistata a gocce di sudore e di sangue. Quando ne abbiamo capito il valore, siamo pronti per tornare a guardare l’opera di Dio nel suo complesso, ed allora essa ci appare nella sua maestosità.
  • Lo stesso vale per il versetto di Gv 3,16. Durante la nostra conversione esso è stato una scoperta, la nostra àncora di salvezza; successivamente si trasforma in quel sigillo di amore di cui parla il Cantico dei cantici…
  • Con il tempo, l’amore emozionante degli inizi con Dio si trasforma. Non è più sconvolgente ma ora ha una forza che lo rende stabile e fedele. Perché all’inizio l’amore si nutre di ciò che può ricevere dalla persona amata; ma dopo cresce nel donarsi ad essa. Ciò accade solo dopo che si è conosciuto chi abbiamo davanti, la sua storia, le sue motivazioni. Solo la conoscenza della persona amata ci permette di vedere le cose dal suo punto di vista, e questo in genere cambia tutto.
  • Gv 3,16, all’inizio della storia d’amore con Dio, ci fa sentire amati e al centro delle Sue attenzioni. Dopo, questo versetto diventa una finestra sul cuore di Dio che ci permette di avere una visuale delle cose dal Suo punto di vista.
  • E cosa vede Dio? Vede noi. Vede uomini e donne che ha creato, curato, allevato, aiutato, e che si sono rivoltati contro di Lui, diventando ostaggi di un nemico. Per salvarli, deve sacrificare la Persona che più ama. Non c’è altro modo. Suo Figlio in cambio degli ostaggi del nemico.
  • E noi faremmo lo stesso al Suo posto? Offriremmo nostro marito o nostro figlio per salvare delle persone che ci hanno fatto del male? Pensiamoci bene. Perché è ciò che ha fatto Dio.
  • Il Padre dà suo Figlio, l’unigenito, non solo come tramite per farsi conoscere; fin qui sarebbe stato facile. Il Padre dà il proprio Figlio per salvare il mondo.
  • Perché Dio fa questo per gli uomini? Per benevolenza? Dio è infinitamente buono ma non è questa la ragione per cui arriva a dare Suo Figlio. La ragione è l’amore. Ama così tanto il mondo! Malgrado tutto. Così tanto significa proprio fino a questo punto. Lode a Dio! Perché noi al Suo posto non avremmo dato il nostro amore più grande per dei malfattori.
  • Ma non finisce qui. Dio non vede solo peccatori da salvare. Egli vede dei potenziali figli dietro quei malfattori! Figli che non avrebbero potuto diventare tali se il Primogenito non si fosse immolato per loro.
  • Non vanifichiamo la croce di Cristo dunque. Un tale sacrificio merita non solo la nostra gratitudine ma anche il dono di tutta la nostra vita.
  • E ricordiamo: Dio non ci ha salvati per poi rinfacciarci il Suo sacrificio e tenerci legati a Sé con costrizione. Dio ha fatto quanto necessario per liberarci, per vero amore, che è sempre gratuito. Non vuole che restiamo con Lui come debitori, ma che Lo scegliamo perché Lo amiamo sopra ogni cosa!
  • Quante volte ci sforziamo pensando di dover conquistare il cuore di Dio… senza capire che il cuore di Dio lo abbiamo già conquistato! Invece è Dio che cerca sempre di conquistare il nostro cuore… ci abbandoneremo finalmente al Suo amore?

catechesi_46“buone notizie – Dio ti ama”