Catechesi – LIBERTA’ SENZA INCIAMPO

“Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli.”  (1 Corinti 8, 9)

  • Chi ha sperimentato la libertà in Cristo è davvero una persona libera. È la libertà che solo la Verità può dare. Non ha niente a che vedere con la falsa libertà del mondo che invita a fare quello che si vuole, quando si vuole, ignorando gli altri e le loro esigenze.
  • La libertà in Cristo si sviluppa sempre rispettando la Parola di Dio e le sue leggi. Non troveremo mai licenza di peccare nella libertà cristiana autentica.
  • Eppure a molti sembra sfuggire questa libertà. La sognano, la riconoscono in certi fratelli che ne hanno il profumo, ma ancora non l’hanno conquistata. La libertà in Cristo di solito è un processo graduale: quando Gesù ci chiama fuori dalle nostre tombe come Lazzaro, noi usciamo vivi ma ancora avvolti in bende e sudario che a poco a poco, con l’aiuto dei fratelli, possiamo tirare via. Quindi non dobbiamo mai pensare di non essere stati vivificati da Dio; ma dobbiamo avere pazienza perché il sudario venga tolto definitivamente dalla nostra vita. La gradualità di solito è la regola, affinché i nostri occhi, avvezzi al buio della tomba, tornino a vedere in piena luce.
  • Come detto prima, la libertà in Cristo è data dalla conoscenza della Verità. Cosa significa?
  • Per prima cosa, vuol dire conoscere ed accogliere la Verità che è la Parola di Dio. Questo rende liberi. Grazie allo Spirito Santo infatti, la Parola diventa carne in noi nella misura in cui la accogliamo e ci lasciamo invadere e anche ferire da essa. Siamo chiamati tutti ad essere come Maria nell’annunciazione, ognuno nella specificità della propria vita: la Parola accolta ci trasformerà, e ci condurrà a scegliere. Se accogliamo la Verità, non potremo più nascondere al mondo quanto ci è accaduto nel segreto del cuore, proprio come il pancione di Maria svelava la Sua divina maternità.
  • La Verità annunciata dalla Parola non è un qualcosa di astratto e distante. Molti si approcciano alla scrittura come fosse un manuale scientifico che spiega leggi e regole universali e immutabili. Senza dubbio quanto dice Dio è universale ed immutabile, ma non ha senso studiare la Verità per poi cercare di applicarla con le proprie forze. Questo è quello che fanno tutte le religioni. Ma il cristianesimo non è una religione (non dovrebbe esserlo perlomeno). È fede. È fiducia in una Persona. La Verità è una Persona, pertanto non la si può studiare ed applicare… la si può solo incontrare! E quando la si è incontrata, scegliere: vogliamo approfondire la conoscenza o andarcene?
  • Non è una scelta scontata, perché abbracciare la Verità significa permetterle di scavare dentro di noi e mostrarci ciò che realmente siamo. E questo spesso non ci piace. Ci fa paura.
  • Ma solo chi ha il coraggio di accogliere la verità in toto è veramente libero. Perché non è più limitato da se stesso, dalle proprie mancanze: non cerca di nasconderle. Non è più limitato dagli altri, perché li accetta per quello che sono. Non è più limitato dalle circostanze, perché preferisce vedere le cose per quello che sono in realtà, e non fare finta che siano diverse.
  • Chi è davvero libero in Cristo sa che la Verità è più forte di tutto: basta dirla o volerla vedere che subito ogni demone perde il suo presunto potere in ogni situazione.
  • Tutto questo i credenti Corinzi (a cui si rivolge Paolo) lo sapevano bene. Essi erano forti e anche fieri della loro libertà, perché sapevano che Gesù, la Verità, la Luce, la Vita, è più forte di tutto. Eppure in quel gruppo di credenti vi erano comunque dei “deboli”. Il termine usato è asthenes, che significa privo di forze.
  • Non si trattava di deboli fisicamente, e nemmeno di persone inclini a ricadere in un determinato peccato. La loro debolezza non era causata da uno sbaglio, ma dipendeva dalla poca fede.
  • Si cresce nella fede come si cresce in tante cose, per cui Paolo non ne fa una colpa a questi credenti; sa che ci sono dei tempi e probabilmente queste persone erano cristiane da poco. All’inizio si fa fatica a “riprogrammare” i nostri pensieri e in base alla Parola… Siamo attratti e convinti dalla Parola… ma ci serve del tempo per assimilare alcune verità.
  • Nel caso del versetto si trattava di mangiare o non mangiare carni immolate agli idoli. Per i credenti forti nella fede non era un problema, potevano mangiare ogni cosa senza indagare, perché sapevano che Dio è al di sopra di tutto ed è l’Onnipotente. Ma per i cristiani da poco convertiti dal paganesimo, mangiare quelle carni significava contaminarsi.
  • I deboli nella fede avevano solo bisogno di tempo per assimilare la verità. Nel frattempo, Paolo invita i forti da non essere occasione di caduta ai deboli. Anzi per essere precisi li esorta affinché la loro libertà (exousia, anche facoltà, permesso, licenza, potestà) non sia di inciampo (proskomma).
  • Exousia ci ricorda che la libertà in Cristo non è una nostra iniziativa, ma un qualcosa che ci viene accordato in virtù di un’autorità dall’Alto. È come quando dei figli adolescenti ottengono il permesso di uscire. La loro libertà non è meritata, ma accordata. E perde il suo valore se viene usata male, per fare cose contrarie alla volontà dei genitori.
  • I credenti forti non stavano facendo dei peccati, però la loro libertà stava diventando inciampo per i deboli. Per capire, pensiamo sempre all’esempio dei figli adolescenti di cui sopra, ma immaginiamo che essi abbiano dei fratelli più piccoli.
  • I genitori danno il permesso di uscire a tutti i figli. Insieme vanno al luna park ma succede che i più grandi decidono di salire da soli sui giochi vietati ai più piccoli. I grandi si divertono molto e non stanno facendo un cosa vietata; ma agiscono come se fossero soli, ignorando i piccoli. Questi ultimi anelano alla libertà che hanno i grandi e vorrebbero imitarli. Succedono due cose: alcuni piccoli rimangono tristi e soli a guardare da lontano i fratelli grandi divertirsi; altri piccoli salgono di nascosto sulle giostre vietate e finiscono per farsi male o avere paura.
  • Quando tutti tornano a casa, i genitori rimproverano i figli grandi, anche se non hanno infranto delle regole. Perché? Ovviamente perché non si sono curati dei più piccoli e con la loro libertà hanno dato scandalo.
  • Diversa sarebbe stata la situazione se i fratelli maggiori avessero passato tutto il tempo con i piccoli, accompagnandoli nelle giostre apposite anche se meno divertenti per loro. Nessuno si sarebbe fatto male, tutti sarebbero stati bene, e i genitori sarebbero stati contenti. Un piccolo sacrificio della propria libertà per non scandalizzare nessuno. A questo ci invita il Signore!
  • Invece noi spesso sacrifichiamo la nostra libertà per i motivi sbagliati, ad esempio per fare servizi non richiesti, per mantenere una falsa pace o per venire a compromessi con la Verità.