Catechesi – TRA ACQUA E FUOCO

“Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare;”  (Isaia 43, 2)

  • Il profeta Isaia parla al popolo d’Israele a nome di Dio. Come ogni buon padre, anche il Signore avvisa, corregge e consola i Suoi figli.
  • Questo versetto ne è un esempio. È molto bello e rassicurante ma non va letto superficialmente. Perché la nostra tendenza, soprattutto quando leggiamo i versetti di consolazione, è quella di pensare che tutto andrà bene. E, nella nostra mentalità, “tutto andrà bene” significa: non mi succederà niente.
  • Ma Dio non pensa così, e ovviamente quello che pensa Lui è la Verità.
  • “Tutto andrà bene” per Dio vuol dire: qualsiasi cosa succederà non avere paura, perché Io ti salverò. E’ un concetto totalmente opposto al nostro. Ma del resto, il versetto è chiaro. Non dice: le acque non ti toccheranno, il fuoco non si accosterà a te. Dice: se dovrai attraversare le acque, se dovrai passare in mezzo al fuoco…
  • Questa traduzione è un po’ blanda. Infatti il “se” è un condizionale, e ha un significato di possibilità, non di certezza. Letto in italiano, sembra quasi che il Signore dica: nel caso in cui tu debba attraversare le acque, Io sarò con te, ecc.
  • Ma non è questo il senso del versetto. Altre traduzioni lo rendono più giustamente come: “quando dovrai attraversare le acque… quando camminerai nel fuoco”. In effetti l’originale ebraico suggerisce la certezza di questi eventi, non la loro probabilità. E ciò cambia il nostro scenario.
  • Dio non ci vuole mai astrarre dalla realtà. Anche quando si rivela a noi e ci conduce sul monte per essere ristorati dalla Sua presenza e rivelazione, dopo ci invita a tornare a valle. Ci dice che siamo nel mondo anche se non siamo del mondo. Pertanto Dio non è un’assicurazione sulla vita, un paracadute, un amuleto che neutralizza la sfortuna. Certo, Dio è onnipotente e ci salva. Ma da cosa ci salva, se non ci succede nulla?
  • Quindi il punto non è se ci succederanno determinate cose. Il punto è che quando succederanno, non dovremo temere. Non dobbiamo essere sconvolti o impauriti qualora cose brutte accadessero. Ovviamente ciò non significa che dobbiamo sforzarci di rimanere impassibili. Lo stesso Gesù ha pianto su Lazzaro pur sapendo che lo stava per resuscitare!
  • Dobbiamo affrontare la realtà. Chi fa finta di niente o si ritira in un mondo tutto suo, non sta risolvendo le situazioni, le sta solo ignorando. Si trova comunque in mezzo alle acque o in mezzo al fuoco, non è fuori di essi, anche se cerca di ingannarsi pensando il contrario. Questo atteggiamento è molto pericoloso, perché chi lo pratica pensa di non aver bisogno di salvezza. Dio non può salvare chi pensa di non averne bisogno.
  • Un altro atteggiamento errato, anche se opposto al primo, è quello di cercare di affrontare ogni situazione con le proprie forze. Si guardano in faccia le cose, ma non ci si affida all’Unico che può trarre in salvo. Le conseguenze di questo atteggiamento sono due: o il tracollo (fisico, psicologico) o la costruzione di una corazza che fa rimanere la persona nell’occhio del ciclone. Magari non affonda, ma continua ad essere sballottata nel gorgo.
  • Ovviamente la scelta giusta è quella di guardare in faccia la realtà, vivere il momento presente e confidare in Dio, sapendo che tutto ciò che ci capita o è voluto o è permesso, e che Dio ci trae in salvo.
  • Dobbiamo avere totale fiducia in Dio. Avere fede non vuol dire che tutto filerà liscio, ma che Dio è sempre con noi per salvarci! Se lo accettiamo…

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