Catechesi – TRAVE E PAGLIUZZA

“Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.” (Luca 6, 42)

  • Versetto proverbiale da non sottovalutare. Intanto, la situazione è questa: c’è una trave nel nostro occhio, e una pagliuzza in quello del fratello. È un dato di fatto. Questo è importante per ricordarci che nessuno è perfetto! Né noi, né gli altri. Non dobbiamo sorprenderci o scandalizzarci di trovare difetti, limiti e peccati in noi stessi o nel prossimo.
  • A noi non spetta il giudizio, ma l’amore, che è anche correzione. Verso se stessi, prima di tutto; verso i fratelli poi. Infatti è questo il punto importante del versetto. Perché di solito ci si focalizza sul fatto di non giudicare. Ma Gesù non ha detto: togli la trave nel tuo occhio e lascia perdere la pagliuzza in quello di tuo fratello.
  • Gesù dice chiaramente: togli prima la trave nel tuo occhio, così poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza del fratello! Quindi è bene che la pagliuzza sia rimossa. Non deve stare nell’occhio del fratello. La correzione, cioè dire la verità con amore, è necessaria, e dimostra vero amore per il fratello! Non gli si vuol bene se si ignora la sua pagliuzza…
  • Certo uno potrebbe dire che è meglio vivere con una pagliuzza piuttosto che con una trave nell’occhio… ma questo pensiero è solo umano, perché Gesù è venuto a fare nuove tutte le cose, non a lasciarle in sospeso o incompiute. E tutti noi conosciamo il disagio di sentire anche solo un granello di polvere nell’occhio, figuriamoci paglie o travi…
  • La sproporzione tra questi due elementi è palese. Non solo per le loro dimensioni, ma anche per il loro peso. Una cosa ingombrante è fastidiosa e di difficile gestione (pensiamo a quale difficoltà per spostare uno scatolone grande, anche se vuoto). Ma la situazione peggiora se l’oggetto oltre che grosso è anche pesante. Tale è la trave.
  • Chissà perché Gesù ha parlato proprio di trave e non di semplice legno o bastone. In fondo, anche dire che uno ha un bastone in un occhio rende l’idea di peso e scomodità. Ma la trave non è un legno qualsiasi, e Gesù da bravo falegname si intendeva di legno. Non avrebbe detto mai una cosa per un’altra. La trave ha un ruolo particolare. È ricavata da tronchi resistenti e senza difetti, perché deve sostenere i piani o il tetto di una casa! La trave è una cosa utile… ma dentro un occhio è decisamente fuori posto. Forse Gesù ci sta dicendo che i nostri problemi iniziano quando mettiamo le cose buone di Dio nel posto sbagliato…?
  • Gesù dice “non vedi la trave che è nel tuo?”. Come è possibile avere una trave in un occhio e non accorgersene?
  • Eppure è così… quante volte viviamo senza scavare a fondo, senza volerci guardare allo specchio… per paura, per superficialità. Ma anche se noi non vediamo la trave che ci spunta dall’occhio, gli altri se ne accorgono, soprattutto per gli effetti devastanti intorno a noi.
  • Infatti, quanta cautela usa un operaio edile quando si muove con un’asse sulle spalle? Sta bene attento a camminare lentamente e non si gira mai di scatto, perché non vede chi ha intorno e girandosi potrebbe falciarlo! Invece noi viviamo con travi che spuntano dal nostro occhio e ci giriamo verso gli altri con noncuranza, colpendoli.
  • E allora come fare? Gesù ci indica la soluzione. Non dice che toglierà Lui la trave: invita noi a toglierla. Quindi si tratta di qualcosa che possiamo fare solo noi: guardarci allo specchio per quelli che siamo in realtà. Vederci nella verità, senza maschere o giustificazioni. Infatti come ci apostrofa Gesù? “Ipocrita”!!! È una parola molto forte ma significativa. Infatti ipocrita nel testo greco è proprio ypokrites, che per prima cosa significa attore. Gli attori nell’antichità erano mascherati!
  • Quindi siamo ipocriti quando non vogliamo vederci nella verità, indossando maschere che sono solo coperture fasulle. Ma quando finalmente togliamo la maschera, cadono le travi. Non è un caso che Gesù parli di trave dentro l’occhio, che è la “lucerna del corpo” (Mt 6,22; Lc 11,34). Si può dire di vedere bene solo quando c’è luce e verità.
  • Caduta la trave dal nostro occhio, sarà finalmente possibile vederci bene per togliere la pagliuzza del fratello. Ce lo assicura Gesù. Infatti dopo che ci siamo visti nella verità, non saremo più così spavaldi da dire la verità senza amore, ma ci avvicineremo con delicatezza al fratello! La pagliuzza dell’altro ci era visibile anche prima. La trave non impediva la vista … impediva l’avvicinarsi all’altro con amore!
  • Un’altra cosa importante è non prendere questa parabola come un confronto “quantitativo” tra fratelli. Noi spesso valutiamo il nostro cammino spirituale misurandoci con il nostro prossimo, tenendo la contabilità con Dio. Quanti di noi si sentono superiori perché si confrontano con peccati o efferatezze di altri (io non uccido, io non faccio del male a nessuno ecc.). Ma per Gesù il peccato è peccato: Lui è morto per tutti, grandi o piccoli che siano. Pesavano tutti sulla croce.
  • E allora il senso della trave/pagliuzza non è: il mio peccato/limite è più grande di quello del fratello. Il senso è che avere una trave o pagliuzza è questione di prospettiva. Un oggetto è visivamente più grande quanto più è vicino al punto di vista. Se una mosca si posiziona davanti all’obiettivo della macchina fotografica, occupa tutta la visuale! La foto verrà tutta nera, anche se la mosca è un insetto piccolo! Invece, la stessa mosca che si posa su un oggetto che fotografiamo, lontano dall’obiettivo, risulterà piccola o quasi impercettibile.
  • Insomma: ognuno di noi ha una trave nell’occhio che ci impedisce di agire con amore nei confronti del prossimo. Ognuno di noi ha la vista impedita se non sceglie la Verità e la Luce!

Catechesi_58“Lasciami togliere quella pagliuzza dal tuo occhio”