Catechesi – PIANTATI DA DIO

“Destinerò un posto per il mio popolo Israele; ivi lo pianterò perché vi si stabilisca e non debba vivere ancora nell’instabilità e i malvagi non continuino ad angariarlo come una volta”  (1 Cronache 17, 9)

  • Che grande promessa da parte di Dio! Un luogo di riposo e pace. È tutta opera del Signore, è Lui che prepara un posto, che pianta il Suo popolo…
  • Analizzare questo versetto nell’originale ebraico è ancora più interessante. Ci sono degli elementi molto significativi, ad esempio “perché vi si stabilisca”. La traduzione è corretta ma dobbiamo mettere l’accento su questo termine. Perché stabilirsi, dimorare, in ebraico è shkn, radice da cui deriva la shekinà, ovvero la manifestazione della gloria di Dio! Abitare presso Dio significa spiritualmente essere inabitati da Lui. Egli si manifesta in noi, è Dio con noi; e questo vuol dire anche dimorare in Lui. Il luogo della dimora di Dio non è statico, ma dinamico e itinerante, come la tenda del convegno nel deserto!
  • Questa dinamicità è segno di stabilità, non di precarietà. A noi fa strano pensare che qualcosa di mobile sia anche stabile… per capire, facciamo un esempio e pensiamo alla struttura di una casa. Essa è veramente solida solo se è flessibile, cioè se assorbe le sollecitazioni (es. di un terremoto) e le disperde muovendosi. Anche se si tratta di movimenti impercettibili ai nostri occhi, essi devono esserci! Altrimenti la struttura collasserà sotto la spinta del terremoto, perché è troppo rigida!
  • O ancora: sapevate che i grattacieli si muovono? Oscillano di diversi centimetri avanti e indietro a causa del vento. Le loro strutture sono flessibili, come le canne che si piegano al vento ma non si spezzano.
  • La realtà spirituale funziona nel medesimo modo. Per cui: la legge fine a se stessa, la religiosità, i riti, le teorie e le filosofie umane… sono tutte strutture rigide, che sotto la spinta delle prove della vita cedono, facendo morire chi vi sta sotto. Invece la dimora di Dio è flessibile. Quando le prove impattano, essa si muove garantendo la dispersione delle forze negative. Chi sta sotto è perfettamente al sicuro, anche se all’inizio può essere spaventato dal movimento.
  • Anche noi spesso siamo spaventati quando Dio si muove e non capiamo che Egli lo fa per proteggerci, non per schiacchiarci. Qual è la frase che ripete sempre ai discepoli? “Seguimi”. Ciò implica movimento. Ma camminare dietro al Signore vuol dire dimorare stabilmente in Lui; non ci sono contraddizioni, perché in Cristo si ricapitolano tutte le cose.
  • Il versetto si conclude con due preziose promesse che sono garantite a chi dimora in Dio: “che nessuno lo disturbi più e che i figli dell’iniquità non lo logorino più come all’inizio” (questa è al traduzione letterale dall’ebraico).
  • Non sono promesse di poco conto! Infatti le prove più grosse ci sono inflitte proprio dalle persone che non condividono il nostro cammino e che ci perseguitano, ci affliggono, ci sfiniscono. Ma questo non significa che esse vengano fisicamente eliminate dalla nostra vita. Certo, ci può anche essere un allontanamento fisico, ma il senso è che nessun disturbatore può alterare la quiete della dimora di Dio. È la serenità e la determinazione dei cristiani che, pur perseguitati o martirizzati, sono in grande pace!
  • È molto importante sottolineare l’azione di Dio di piantare il Suo popolo nel posto che Egli stesso ha scelto. Non è un verbo scelto a caso, perché il Signore avrebbe semplicemente potuto dire che avrebbe portato il Suo popolo in un posto. E invece no!
  • Una pianta (un essere vivente) deve essere piantata. Altrimenti… muore! Essere piantati da Dio significa mettere radici nel posto scelto da Lui: un certo lavoro, una certa famiglia fisica o spirituale…solo quando la pianta è fissa in un luogo può sviluppare il suo apparato radicale. Se continua a spostarsi di propria iniziativa da un luogo all’altro, da un vaso all’altro, finisce per indebolirsi, inaridirsi e quindi morire spiritualmente.
  • A volte Dio può chiederci un cambiamento: trasferirsi in un’altra città, cambiare lavoro… questo accade però quando le nostre radici si sono fortificate in un posto tanto da rendere necessario un “cambio di vaso”. Solo Lui, il Sommo giardiniere, conosce i tempi. Non ci sposterà anzitempo.
  • L’apparato radicale di una pianta non è visibile dall’esterno, ma la sua carenza o la sua stabilità sono molto evidenti durante le tempeste! Dobbiamo radicarci in Dio e nella conoscenza della Sua parola. Se così faremo, non saremo mai confusi.

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