Catechesi – L’ARCA DELL’ALLEANZA

“Dietro il secondo velo poi c’era una Tenda, detta Santo dei Santi, con l’altare d’oro per i profumi e l’arca dell’alleanza tutta ricoperta d’oro, nella quale si trovavano un’urna d’oro contenente la manna, la verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell’alleanza.” (Ebrei 9, 3-4)

  • La descrizione del contenuto del Santo dei Santi, la parte più sacra del tempio, non è solo un’informazione storica. È invece un’accurata rivelazione sul luogo in cui incontriamo Dio oggi: il nostro spirito.
  • Siamo infatti formati da tre parti, corpo, anima e spirito, che stanno una dentro l’altra a formare il tempio dello Spirito Santo. Dio è Spirito e non può entrare in comunicazione con qualcosa che spirito non è. Ecco perché fa rivivere il nostro spirito umano per poi insediarsi al suo interno con la rigenerazione a figli di Dio.
  • Siamo soliti confondere spirito e anima come se fossero la stessa cosa, ma non è affatto così. L’anima si è prodotta in noi quando il soffio vitale di Dio è entrato nel grumo di cellule al nostro concepimento; l’anima è la parte caratteristica di noi in quanto persone, definisce il carattere. Ma non è adatta per entrare in comunione con Dio. Ancor più intimo dell’anima, c’è il nostro spirito.
  • Dobbiamo pensare al nostro spirito come alla stanza segreta della dimora dell’Emmanuele, il Dio con noi. All’interno troviamo: l’altare dei profumi e l’arca dell’alleanza.
  • I profumi sono le preghiere dei santi (Apocalisse 5,8): i santi siamo noi, messi da parte per essere popolo di Dio. Le vere preghiere gradite a Dio che salgono come profumo sono le preghiere nello Spirito! Non tutte le preghiere dunque sono gradite, tant’è che non tutti i tipi di profumi e incensi possono essere bruciati su questo altare.
  • Certo, Dio ascolta ogni  preghiera… ma ve ne sono alcune non gradite, altre non esaudite. Dio è nostro Padre, e come tale ascolta i Suoi figli ma non può concedere loro quello che chiedono a meno che non sia per il loro bene.
  • Le preghiere nello Spirito sono quelle suggerite da Dio stesso! Paolo ce lo ricorda in Rm 8,26-27. O si tratta di preghiere in lingue, in cui offriamo la nostra voce direttamente allo Spirito Santo, o si tratta di indicazioni precise fornite da Dio. Una preghiera nello Spirito è sempre gradita e sempre esaudita, anche se al nostro intelletto umano può risultare incomprensibile. Ma questo è un dettaglio secondario, perché Chi esaudisce le preghiere è Dio, non noi!
  • L’altro elemento presente nel Santo dei Santi è l’arca dell’alleanza. Essa è importantissima soprattutto per il suo prezioso contenuto.
  • Ma soffermiamoci sul termine «arca», che in italiano non è usato comunemente. In realtà, sia nel greco di questo versetto (kibootos), sia nell’antico testamento, arca indica uno scrigno, un forziere, quindi una cassa di legno contenente oggetti preziosi (noi usiamo indifferentemente «arca» sia per questo forziere del tempio sia per indicare l’imbarcazione di Noè, ma nell’ebraico ci sono due termini totalmente diversi).
  • Comunque ciò che rende speciale l’arca non è la sua foggia o la sua decorazione, anche se preziosa; sono gli oggetti custoditi al suo interno. E’ lo stesso anche per noi cristiani: siamo speciali non per ciò che siamo, ma per ciò che conteniamo! Nessuno deve mai avere la presunzione di sentirsi migliore di altri, ma con umiltà mostrare la Luce meravigliosa che porta nel cuore.
  • Dentro l’arca trovano posto: un vaso d’oro contenente la manna, la verga fiorita di Aronne, le tavole dell’alleanza (la legge di Mosè).
  • Il vaso contenente la manna è in greco stamnos. È un termine molto interessante perché significa vaso da vino. Non un’urna dunque (che fa pensare a qualcosa di morto) nemmeno un vaso generico, ma un vaso da vino. Come non pensare all’eucarestia, che è pane e vino insieme? Corpo e sangue di Cristo, che sono un unicum per nutrire il popolo di Dio.
  • L’episodio che descrive la miracolosa fioritura della verga di Aronne è descritto in Num 17,23. È la conferma che solo Aronne è l’uomo scelto da Dio per essere suo sacerdote, un segno perenne per ricordare a chiunque si ribellasse all’autorità stabilita da Dio che lo attendeva morte e flagello.
  • Il terzo oggetto erano le tavole dell’alleanza, la legge data a Mosè sul Sinai. Si parla di alleanza (diatheke) cioè di testamento, trattato. Insomma: un atto legale e giuridico vero e proprio siglato da Dio e dal suo popolo. A ricordare che Dio fa sempre sul serio con noi, non è un parolaio.
  • Questi tre elementi sono custoditi spiritualmente nel nostro cuore: il pane di Vita che ci è offerto nella mensa eucaristica, il principio di autorità che regola il Regno e a cui dobbiamo fare riferimento, la Parola di Dio incisa dallo Spirito sul cuore di carne (2 Cor 3,3). Queste cose sono sempre dentro di noi, ce le portiamo appresso ovunque andiamo e influenzano le nostre parole e le nostre azioni. Siamo il popolo di Dio proprio perché viaggiamo con l’arca dell’alleanza! Quando la trascuriamo o la ignoriamo, sentiamo subito che qualcosa non va, perché l’arca è il centro di tutto il nostro essere.
  • La laminatura d’oro di alcuni elementi del Santo dei santi è anch’essa degna di nota. Infatti nella bibbia l’oro è simbolo della fede! L’oro ricopre l’altare dei profumi, l’arca e il vaso della manna. Ed è giusto che sia così, perché si tratta di elementi utilizzabili ed apprezzabili solo per fede.
  • Infatti le preghiere nello Spirito sono inevitabilmente preghiere di fede, fatte su indicazione dello Spirito Santo e non secondo i nostri pensieri; l’arca dell’alleanza nel nostro cuore ha senso solo se accolta per fede, perché nessun incredulo può capirne il valore. Infine, il vaso della manna è ricoperto d’oro, perché solo chi ha fede può riconoscere in quel pane il nostro Signore Gesù.
  • L’arca dell’alleanza è lo scrigno di ogni figlio di Dio, che riconosce in ogni oggetto contenutovi un segno dell’amore del Padre. Infatti il Padre ci nutre (manna), ci guida e corregge (verga di Aronne), ci consiglia e ci ricorda sempre chi siamo (le tavole).
  • A nostra volta possiamo fare tutto ciò nei confronti dei piccoli che Dio ci dona, come fa una madre, o un fratello/sorella maggiore. Ma questo è possibile solo se abbiamo imparato fino in fondo ad essere figli nel Figlio.