Catechesi – QUANDO DIO PASSA

“Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l’ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.” (Marco 6, 48)

  • Gesù ha fatto molti miracoli ed opere prodigiose, ma camminare sulle acque è la cosa più spettacolare e famosa anche tra i non credenti. Tuttavia Gesù non faceva nulla che non fosse nella volontà del Padre, e questo episodio si svolse solo davanti agli occhi dei discepoli, non tra la folla. Si tratta di un’importante lezione di fede, non di una dimostrazione della potenza di Dio.
  • Quella c’era appena stata, perché Gesù aveva sfamato 5000 uomini da 5 pani e 2 pesci in un luogo solitario. Ma poi Gesù fa una cosa «strana»: letteralmente obbliga (anagkazoo) i discepoli a precederlo sull’altra riva verso Betsaida mentre Lui congeda la folla. Chissà se i discepoli si sono chiesti come avrebbe fatto Gesù a raggiungerli senza barca e da solo?
  • Ma questa è una domanda umana, che non tiene conto del punto di vista di Dio. Egli voleva che loro andassero per mare, non si è trattato di una casualità. E nel frattempo, Gesù sale sul monte a pregare. Fa tutto parte di un piano. Ricordiamocelo sempre quando anche noi ci troviamo tra i flutti…
  • Il versetto proposto è il cuore di questo episodio, perché ci rivela particolari importanti. Primo fra tutti: Gesù vedeva i discepoli in difficoltà. Non lo diamo per scontato: era notte, e Gesù era a chilometri di distanza! Ma Dio non ci perde mai di vista, anche se noi non Lo scorgiamo. Il vangelo è chiaro: i discepoli non vedevano Gesù, ma Lui sapeva bene dove erano e che facevano.
  • La traduzione non rende il vero significato di «affaticati», cioè basanizomenoys. Affaticarsi è riduttivo in questo caso, perché il verbo basanizoo vuol dire provare, esaminare, tormentare, persino torturare per scoprire la verità! I discepoli non erano banalmente affaticati, erano duramente messi alla prova! Ed era stato Dio a mandarli proprio lì, affinché la loro fede fosse raffinata ed essi vedessero cosa c’era davvero nel loro cuore.
  • I discepoli non potevano fare nulla per sottrarsi a questa situazione, così come noi non abbiamo alcun potere di cambiare le circostanze o le persone intorno a noi, benché ci proviamo strenuamente! Ma è proprio questo il problema. In quei frangenti dobbiamo semplicemente ricordarci che Dio ci ha messo in quella situazione, pertanto solo Lui può tirarci fuori. Dobbiamo solo attendere il Suo arrivo, lodandoLo nel frattempo.
  • I discepoli non stavano però facendo nessuna di queste cose. Avevano da poco assistito alla moltiplicazione miracolosa e tuttavia ancora si appoggiavano sulle loro capacità umane. Non si aspettavano che Gesù arrivasse… ecco perché gridano appena Lo vedono!
  • Quante volte anche noi non riconosciamo Dio che viene a salvarci. È assurdo, ma i discepoli hanno più paura di Gesù che cammina sulle acque che della tempesta! Anche noi ci facciamo idee preconcette di Dio, di come dovrebbe agire, come dovrebbe essere… e rimaniamo sorpresi o persino spaventati quando Lui arriva nel Suo stile sempre nuovo!
  • Gesù non arriva appena iniziano le distrette, perché altrimenti il crogiolo della prova non ha l’effetto voluto. Egli sopraggiunge alla 4° vigilia della notte (tra le 3 e le 6), quindi proprio nel periodo più buio subito prima dell’aurora. Ma nel frattempo non è assente o distratto… sta pregando il Padre per noi!
  • Gesù ci raggiunge camminando sul mare e questo è un dettaglio importante. Avrebbe potuto apparire all’improvviso sulla barca, o fare qualsiasi altra cosa, del resto Gesù è Dio. E invece no. Sceglie di camminare sulle acque per due motivi.
  • Primo, perché in Gesù si realizza ogni scrittura, quindi anche Giobbe 9,8 in cui è detto espressamente che Dio cammina sulle onde del mare.
  • Secondo, perché il mare da sempre nella bibbia è simbolo del male. Gesù ci cammina sopra perché ha l’autorità di farlo, la stessa che poi dà ai discepoli «di calpestare serpenti e scorpioni». Il male dunque viene vinto, calpestato, non sorvolato. I discepoli nella prova sono nel mare, anche se in ultimo è Dio che permette e controlla tutto e quindi ogni cosa concorre al bene per coloro che Lo amano!
  • È scritto poi nel versetto di riferimento che Gesù va verso i discepoli e «voleva oltrepassarli». Leggiamo direttamente il testo greco: Gesù voleva (etheloo) passare oltre (parercomai) ai discepoli. Volere in questo caso significa decidere, deliberare; parercomai ha molteplici significati, anche contrastanti, perché vuol dire sia eludere, evitare, che andare verso; primariamente passare oltre, o passare lungo. In teoria si potrebbe intendere la decisione di Gesù con molteplici significati. Voleva affiancarli? Voleva ignorarli? Voleva farsi vedere ma superarli?
  • Per capire dobbiamo fare riferimento a Esodo 33, 18-23, quando Mosè chiede a Dio di mostrargli la Sua gloria. Dio risponde che nessuno può vederLo in faccia e restare vivo. Così dice a Mosè di stare in una fessura della roccia: Dio lo coprirà con il Suo palmo mentre passa, per poi toglierlo una volta passato così che Mosè veda Dio di spalle. E così accade. Mentre passa, il Signore proclama il Suo nome davanti a Mosè.
  • Quindi quando Dio passa non sta semplicemente camminando: sta manifestando la Sua gloria! Quando Dio passa, tutto cambia. E il nome del Signore viene proclamato, tant’è che Gesù dice ai discepoli in preda al panico (v.50): ego eimi, Io sono!
  • Questo episodio è anche interessante per due particolari secondari. Sono dettagli a cui non facciamo caso, perché si nascondono dietro eventi più vistosi, come il camminare sulle acque.
  • Il primo dettaglio è che Gesù aveva deciso di passare davanti i discepoli (v.48)… ma poi alla fine sale sulla barca con loro (v.51). Gesù si rende conto che i discepoli hanno ancora bisogno di essere rassicurati della Sua presenza. Ancora non sono saldi nella fede, e ce lo conferma il v.52: dice che i discepoli non avevano capito il fatto dei pani e il loro cuore era indurito. Pur avendo visto il miracolo della moltiplicazione poche ore prima, si mettono a urlare di terrore. La paura è il contrario della fede!
  • Il secondo dettaglio è che Gesù all’inizio dice ai discepoli di precederlo a Betsaida (v.45), ma dopo che è salito sulla barca, la traversata finisce a Genesaret (v.53). Non è un caso. La rotta viene modificata proprio perché la prova di fede dei discepoli è… fallita! Betsaida significa «casa della pesca»: i discepoli ancora non sono pronti a diventare pescatori di uomini.

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