Catechesi – SOTTILE TRADIMENTO

“Ma se non crederete, non avrete stabilità”. (Isaia 7, 9b)

  • Il Signore sta parlando al re di Giuda, Acaz, tramite il profeta Isaia. La situazione è angosciosa: i nemici del popolo di Dio li stanno accerchiando, e quando ciò viene riferito al re, subito il suo cuore trema «come si agitano i rami del bosco per il vento» (v.2). Assieme al re, tremano anche tutti i Giudei.
  • È una scena già vista in molte nazioni, comunità, famiglie. Di fronte ad avvenimenti fuori controllo, se coloro che stanno in autorità sono ansiosi e preoccupati, lo saranno anche i piccoli, i sottoposti. La soluzione non è agitarsi; non è nemmeno fare finta di nulla o ignorare la realtà. L’unica soluzione è pregare e confidare in Dio.
  • Il Signore è talmente grande e buono da rivelare la Sua parola di consolazione anche se Acaz e il popolo non hanno pregato, ma si sono fatti prendere dal panico. Isaia predice infatti che queste minacce si dissolveranno, e tutto quello che questi nemici hanno tramato contro Giuda non accadrà. È davvero una bellissima notizia! Ma nel testo non sono riportate reazioni di gioia da parte del re o del popolo… perché? La chiave per capirlo sta proprio nel versetto di riferimento.
  • Dio conosce benissimo il nostro cuore, e sa che l’agitazione di Acaz deriva dalla sua mancanza di fede. Ecco perché Isaia conclude il suo discorso dicendo: «se non crederete, non avrete stabilità».
  • Nell’originale ebraico i termini utilizzati sono più precisi e potremmo tradurre letteralmente: se non crederete questo, non sarete fedeli. Essere fedeli e credere sono due parole strettamente legate in ebraico; coniugate in questo versetto sono identiche, a parte un’unica consonante di differenza. È come in italiano, in cui fede e fiducia hanno la stessa radice.
  • Purtroppo oggi la fede è diventata una questione di sensazioni, di opinioni. È stata ridotta ad una questione puramente «mentale», ad una filosofia tra le tante in circolazione. Per gli ebrei invece avere fede non significa affatto disquisire se Dio esiste o no. È scontato che Dio esiste! Per essi avere fede significa scegliere se camminare nei comandamenti o no. È questo il senso del versetto, che parla anche a noi cristiani… tanta gente si definisce credente e poi non fa mai quello che Dio propone. Ma questo è un assurdo biblico!
  • Ma in effetti pensiamoci bene: come facciamo a dimostrare che ci fidiamo di qualcuno? Facendo quello che ci suggerisce, o lasciandogli fare quello che propone, senza discutere.
  • Ci viene facile fidarci di persone limitate come noi, e ci fa invece fatica fidarci di Dio! Dovrebbe essere il contrario… perché le persone possono sbagliare, possono tradirci, possono farci del male anche in buona fede. Sono solo creature. Ma il Creatore non può mai deluderci, ferirci, tradirci.
  • Abbiamo paura di essere traditi da Dio, ma chiediamoci: noi siamo fedeli a Lui? Perché è questa la vera incognita! Mettiamo sempre il punto di domanda su Dio, su quello che fa, quello che dice… perdiamo un sacco di tempo inutile. Invece il punto di domanda siamo noi. Il Signore ce lo fa presente con questo versetto, e ci dà il discriminante per capirlo.
  • Si può promettere di essere fedeli, come fanno gli sposi il giorno del matrimonio. Non ha senso andare all’altare con l’intenzione, prima o poi, di tradire. Sarebbe un grave affronto, quanto più se fatto nei confronti di Dio. Tuttavia, non si sceglie a priori di essere fedeli: la prova del nove avviene sul campo, tutti i giorni. Momento per momento siamo chiamati a scegliere la fedeltà, fuggendo da situazioni equivoche, essendo presenti se l’altro ha bisogno, ascoltando le sue parole.
  • Può sembrarci strano, ma forma più sottile e comune di tradimento è proprio quest’ultima! Anzi spesso è la porta di accesso a tradimenti più vistosi. Perché si può anche non fornicare, si può servire il proprio coniuge con ogni mezzo, ma se non lo si ascolta, tutto è solo pantomima.
  • Ricordiamoci: non è possibile rimanere fedeli (a Dio, al marito, all’autorità della chiesa ecc.) se non si crede, cioè se non si ascolta ciò che ci viene detto e non si mette in pratica. Chi non presta fede/attenzione, farà sempre e solo quello che vuole, quello che gli passa per la testa. Sarà l’anello che spezza la comunione.