Catechesi – GUIDATI DA DIO

“Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri.” (Proverbi 3, 5-6)

  • Se dovessimo scegliere un versetto che riassuma praticamente la vita nello Spirito, potrebbe essere questo. Sembra un paradosso accostare parole come «pratico» e «Spirito»; ma solo chi non ha capito in cosa consiste la vita spirituale resta sorpreso. Essa non è mera contemplazione, o dissertazione filosofica. È azione nella fede.
  • Scindere il materiale dallo spirituale è un retaggio della filosofia greca, ma non rispecchia affatto la realtà. Il corpo è lo scrigno dello Spirito. La Parola si è fatta carne. Questo è il vangelo. Il resto è solo falsità.
  • Non siamo più spirituali se ci flagelliamo o se ci imponiamo gioghi religiosi. Anzi è vero proprio il contrario: questi rituali dimostrano la carnalità di chi li propone e di chi li pratica. La vera differenza tra credenti carnali e credenti spirituali è che i primi servono se stessi sotto le spoglie di Dio, mentre i secondi seguono ogni suggerimento dello Spirito, e così facendo servono Dio veramente e concretamente.
  • Spesso non diamo peso al verbo confidare. Lo usiamo nei riguardi di Dio, ma solo a parole. Confidare, per noi, suona così: quando ho esaurito ogni mia umana possibilità, quando cedo esausto, allora confido in Dio. Ma questo è sbagliato ed è l’esatto opposto di quello che Dio intende. Egli desidera che noi per prima cosa confidiamo in Lui, non come ultima spiaggia!
  • Confidare è sinonimo di fidarsi, credere. Quando diciamo a qualcuno che crediamo in Lui vuol dire che abbiamo fiducia nelle sue capacità. Se riusciamo a dire questa frase ad un umano, limitato e mancante, quanto più dovremmo dirla a Dio! Un uomo può fallire; Dio mai.
  • Dio ci invita a confidare in Lui “con tutto il cuore”: cioè senza riserve. Quante volte invece noi ci fidiamo di Dio solo a metà? Un po’ perché siamo rosi dal dubbio, un po’ perché talvolta lasciamo aperta una scappatoia, nel caso Dio non «funzionasse». Ecco, tutto ciò equivale a non credere.
  • Per non scoraggiarsi, pensiamo che anche un grande uomo come Abramo ha fallito la prova, prima di essere chiamato padre della fede. Infatti Dio gli promette un discendente, ed Abramo crede alla promessa. Poi però, passati gli anni, Abramo ascolta il suggerimento di Sara e prende in mano la situazione: nasce così Ismaele. Ismaele è la «scappatoia» di Abramo; non è il figlio della promessa. In effetti, non ci vuole molta fede a pensare che un figlio possa nascere da una giovane schiava; ma credere che un bambino possa nascere da una donna sterile ed in menopausa, questa sì che è fede!
  • Tuttavia la prova suprema di fede per Abramo non è questa nascita, seppur prodigiosa. La vera prova arriva quando egli non ha più scappatoie. Dio chiede ad Abramo di sacrificare Isacco, il figlio della promessa. L’altro figlio, Ismaele, è stato già scacciato. Insomma, Abramo non ha alternative umane a cui ricorrere, sa che rischia di rimanere definitivamente senza prole.
  • Ma questa volta non pensa nemmeno a cercare un’alternativa! Subito prende e parte. Confida con tutto il cuore. È questo ciò che Dio desidera vedere in noi; solo così la prova viene superata.
  • Appoggiarsi sulle proprie risorse fisiche o intellettuali è una tentazione molto forte per chiunque. Soprattutto riguardo alla propria intelligenza o capacità di comprensione, la sfida si fa ardua e sottile. Ma il versetto è chiaro: non dobbiamo confidare in noi stessi, nemmeno sui nostri più brillanti pensieri.
  • Ogni volta che i nostri pensieri non sono allineati con la volontà di Dio, sono pensieri del demonio. Non ci deve stupire questo, perché è la mente il campo di battaglia tra Dio che vive in noi e il nemico delle nostre anime. Prendiamo ad esempio Pietro: probabilmente pensava di essere molto in gamba per permettersi di contestare Gesù che stava rivelando la morte per crocifissione. “Dio te ne scampi, questo non ti accadrà mai!”. Ma Gesù conosceva bene l’autore di tali pensieri, per questo bolla Pietro come «satana».
  • Le nostre facoltà intellettuali sono un dono di Dio, ma vanno sottomesse allo Spirito Santo, o produrranno danni micidiali. Basti vedere quali stragi hanno provocato le varie ideologie umane. La soluzione è semplice: pensare a Dio in ogni nostro passo. Pregare sempre, come prima cosa. Pregare all’inizio di ogni giornata, affinché nessun dettaglio sia trascurato. Spesso le azioni o le parole che ci sembrano più insignificanti sono quelle che provocano maggior eco intorno a noi, nel bene o nel male. Pregare prima di ogni decisione. E non aspettarsi ogni volta eventi clamorosi di conferma; non è questo l’ordinario modo con cui Dio guida i Suoi figli. La voce di Dio è udibile da ogni Suo figlio, ma essa è sottile come brezza leggera.
  • La Scrittura è il recinto protettivo per i nostri passi; quindi se siamo consapevoli di cose che palesemente le vanno contro, allora non abbiamo bisogno di altre conferme: siamo su una strada sbagliata. Ma ci sono anche decisioni o questioni pratiche non direttamente riconducibili alla bibbia, ad esempio chi sposare, se sposarsi, che lavoro fare… non dobbiamo temere: Dio ci guiderà, se lo vogliamo. È una Sua promessa: se pensiamo a Lui in ogni nostro passo, Egli appianerà i nostri sentieri. La traduzione dall’ebraico suggerisce ancor meglio che Dio correggerà, raddrizzerà i nostri sentieri. Se anche imbocchiamo per sbaglio un sentiero errato, abbiamo la promessa che Dio lo farà diventare un bypass per tornare sulla retta via!

96_2“Il tuo piano – Il piano di Dio – (Proverbi 3,6)”