48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. (Giovanni 6, 48-51)
Riconoscere Gesù come pane della vita è un atto di fede. Egli è Colui che si dona a tutti e che, unico, può saziare la fame e la sete di ognuno. Gesù rivela questo aspetto di sé dopo il segno eclatante della moltiplicazione dei pani e dei pesci, eppure, nonostante ciò, molte persone non credono: la folla, i Giudei della sinagoga di Cafarnao, e perfino alcuni discepoli.
52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. 53Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”. 61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza?62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E continuò: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio”.
66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. (Giovanni 6, 52-66)
Dopo che Gesù si è rivelato come il pane della vita, perfino molti dei suoi discepoli si scandalizzano e decidono di non seguirLo più! Gesù sta parlando di cose che possono essere accolte solo per fede. Dietro le Sue parole si profila la croce, il sacrificio unico e perfetto del Suo corpo e sangue. I discepoli ancora non lo sanno e non capiscono; alcuni si scandalizzano, perché nel cuore hanno solo sfiducia ed incomprensione. Molti seguono Gesù, ma non Lo conoscono abbastanza da fidarsi di Lui, quindi mettono in discussione tutto ciò che dice. Solamente coloro che hanno deciso di fidarsi nonostante i dubbi hanno poi potuto comprendere il senso di quelle affermazioni.
Gesù non rincorre i discepoli che Lo abbandonano; anzi vaglia, con una domanda, anche i Dodici.
67Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. 68Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. 70Rispose Gesù: “Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!”. Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici. (Giovanni 6, 67-70)
La risposta di Pietro è piena di amore. Anche se il discepolo non ha ben capito le rivelazioni di Gesù, tuttavia sa che il Maestro merita fiducia. E’ un momento importante, intimo potremo dire, anche se non è ancora il tempo decisivo della scelta. Pietro ha parlato come portavoce del gruppo: in seguito, ogni singolo discepolo dovrà dare la propria risposta al Signore. Per ora essi camminano tutti insieme, e, fra loro, c’è ancora Giuda Iscariota.