10Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
11Faremo per te pendenti d’oro,
con grani d’argento.
12Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo spande il suo profumo.
13Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.
14Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
nelle vigne di Engàddi.
15Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
16Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante. (Cantico dei Cantici 1, 10-16)
Non c’è niente che fa emozionare una donna quanto vedere gli occhi del suo amato conquistati da lei. E la felicità di un uomo è ammirare la sua sposa impreziosita da ciò che lui le ha regalato con tanto amore. Tuttavia, l’idea che qualcuno scelga i vestiti per noi ci suona strano: siamo abituati a vestirci come preferiamo, comprando da soli i nostri abiti. Talvolta ci facciamo consigliare, ma di solito scegliamo a gusto nostro. Se qualcuno seleziona degli indumenti per noi e ci dice di metterceli addosso, vogliamo al più presto specchiarci, per vedere se effettivamente stiamo bene o meno. Eppure, spesso, noi non siamo i migliori giudici del nostro aspetto, perché siamo condizionati dalla visione che abbiamo di noi stessi. Ci concentriamo sui nostri difetti e valutiamo tutto ciò che indossiamo in relazione ad essi: se sono sottolineati o se sono mitigati dall’abito. Ma avere addosso dei vestiti non incide solo su una parte di noi, perché riguarda l’intera nostra persona. Si tratta di una visione d’insieme: nella carne, così come nello Spirito.