29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite”. […]50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. (Giovanni 8, 29;50)
Gesù non dichiara mai apertamente davanti alle folle la Sua vera identità. Si rivela solo in momenti intimi e personali, durante le conversioni (ad esempio con la samaritana al pozzo) o in disparte con i discepoli (sul Tabor e nell’ultima cena). Non va mai in giro in mezzo alla gente gridando di essere il Messia. Non permette nemmeno che i demoni Lo riconoscano pubblicamente. Per Gesù non era importante essere acclamato dal mondo, bensì essere riconosciuto come il Messia nel cuore delle persone, il Re dentro ognuno di noi.
All’inizio del nostro cammino spirituale qualcuno ci ha parlato di Gesù e ci ha condotto a Lui. Abbiamo incontrato fratelli e sorelle nello Spirito che ci hanno istruito sugli insegnamenti del vangelo e ci hanno fatto conoscere meglio questo Dio che avevamo tenuto lontano dalla nostra vita per tanti anni. Un giorno però, sentir parlare di Gesù da altre persone non ci basta più. Le catechesi e le testimonianze sono preziose, ed è necessario condividerle per la nostra crescita personale; ma si tratta comunque di esperienze altrui, non nostre. Il Signore asseconda e incoraggia questa evoluzione del nostro rapporto con Lui.
18Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: “Chi sono io secondo la gente?”. 19Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”. 20Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”. Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”. 21Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. (Luca 9, 18-21)
Tutti i discepoli sono pronti a riferire le opinioni della gente: chi dice questo, chi dice quello. Ma di fronte alla domanda di Gesù, “voi chi dite che Io sia?”, solo Pietro risponde.
17E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. (Matteo 16, 17)
Negare la messianità di Gesù è solo una delle tante strade sbagliate; anche dire che Egli è un profeta o un sant’uomo è un grosso errore. Tuttavia, non si può arrivare a proclamare che Gesù è Dio se non tramite una rivelazione dall’Alto. Questa è la conferma che, per quanto ci sforziamo con le nostre misere risorse, non potremo mai vedere la Verità se Dio non ci apre gli occhi! Se non ci lasciamo istruire da Lui, rischieremo di avere delle false opinioni su Gesù, come quelle persone della folla che pensavano che Egli fosse il Battista o un profeta redivivo.