13Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”. 14Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. (Esodo 3, 13-14)
Sul monte Sinai, Dio chiama Mosè e, in quell’occasione, si rivela come “Io Sono”. Essere ed esistere sono sinonimi. Dio è, quindi esiste da sempre e sempre esisterà, e, come sta scritto, “dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono” (Romani 4, 17). Questo Suo nome è molto importante perché ci parla di Dio come Creatore; ma la cosa straordinaria è che Dio ama ciò che ha creato.
31Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. (Genesi 1,31)
Riconoscere Dio come Creatore è un passo successivo al conoscerLo come l’Onnipotente, e questo ci consente di sentirci oggetto delle Sue attenzioni. Dio sa tutto di noi perché si ricorda sempre delle Sue creature.
15Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai. (Isaia 49, 15)
Ma non finisce qui: la tappa successiva del percorso di conoscenza è la rivelazione di Dio come Colui che salva e che libera. L’esempio concreto è la liberazione di Israele dalla schiavitù e il cammino per condurlo alla terra promessa; questa vicenda ci serve per leggere la nostra storia personale agli occhi di Dio. Ricordiamoci infatti che noi siamo il nuovo Israele e che tutto è stato scritto per il nostro ammaestramento.