Essere purificati

14Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 15Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? 16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:

Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
17Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d’impuro.  
(2Corinti 6, 14-17)

La purificazione è un processo di separazione. Per spiegarlo, la Bibbia utilizza spesso le metafore del setaccio e del crogiolo, strumenti che servono a separare (il grano dalla pula, l’oro dai metalli pesanti). Separare significa dividere due cose che sono all’inizio mescolate o unite. Nella purificazione, si separa ciò che è puro da ciò che non lo è.

All’inizio del nostro cammino col Signore, la nostra purificazione avviene allontanando da noi i peccati grossi e vistosi in cui siamo impelagati. Andando avanti nel cammino però, rischiamo di dare più importanza ai precetti perdendo di vista l’Unico che può purificarci. Siamo tentati di autosantificarci, e, contemporaneamente, puntiamo il dito sulle persone che ci circondano, con superbia o altezzosità. Ci vogliamo separare da coloro che consideriamo diversi da noi. Certo, è il Signore stesso, che ci dice:

 “1Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;”
(Salmo 1, 1)

Tuttavia, Paolo completa la seconda lettera ai Corinti così:

1In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio. (2 Corinti 7,1)

Da ciò comprendiamo che la vera purificazione non è tanto un separarci dalle persone che consideriamo “impure” (siamo sicuri di conoscerne il cuore?), quanto un separarci dalle nostre iniquità!

15Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza. 16Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona. (Tito 1, 15-16)

Qui Paolo palesa quello che già aveva accennato ai cristiani di Corinto: gli infedeli e gli impuri sono tra coloro che dicono di conoscere Dio! Si tratta di persone interne alla comunità. E sono considerate impure perché lo sono internamente, nella loro mente e coscienza.