7Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. 10Rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”.
11Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. (Genesi 3, 7-11)
La nostra istintiva reazione, quando ci scopriamo nudi, è coprirci o nasconderci. In genere, il primo sguardo che vogliamo sfuggire è quello degli altri: occultiamo i nostri difetti con maldestri tentativi cercando di apparire quello che non siamo. Adamo ed Eva hanno intrecciato le cinture di foglie di fico per nascondersi l’uno dall’altra. Ma una cintura non è una veste: andare in giro con solo essa addosso e credere di essere adeguatamente vestiti è comico. O meglio: è presuntuoso.
L’altro sguardo a cui vogliamo sottrarci è quello di Dio, che ci chiama tramite la nostra coscienza. Le foglie di fico non bastano più; possono ingannare le altre persone, ma non il Signore. E così cerchiamo riparo dietro il primo paravento che ci capita a tiro (gli alberi del giardino).
Se il Signore non interviene, rimaniamo sospesi in questo teatrino di false giustificazioni per tutta la vita. Le cinture di foglie di fico sono gli stratagemmi con cui cerchiamo di abbindolare gli altri; gli alberi del giardino sono i doni di Dio dietro cui ci nascondiamo per non doverci confrontare direttamente con Lui. In questo comportamento c’è solo stoltezza.
Il Signore infatti vuole approfittare della nostra totale nudità per insegnarci una cosa molto importante. Egli desidera che, con Lui accanto, ci guardiamo nella Verità. Amorevolmente, ci mette le Mani sulle spalle e ci conduce allo specchio; spesso noi chiudiamo gli occhi o volgiamo la testa per non vedere. Ma Gesù non lo fa per umiliarci, bensì per guarirci! Non ci porta allo specchio per poi lasciarci soli a condannarci o commiserarci. Egli è lì, in piedi dietro di noi, davanti allo specchio. Con amore, passa le Sue Mani forate su ogni nostro difetto e mancanza, indicandole. Noi osserviamo tremanti, ma con Lui accanto tutto cambia. La nostra attenzione non è più catturata dagli obbrobri, ma dai fori dei chiodi e dal Suo sguardo pieno di Misericordia.