Il banchetto della Parola

1La Sapienza si è costruita la casa,
ha intagliato le sue sette colonne.
2Ha ucciso gli animali, ha preparato il vino
e ha imbandito la tavola.
3Ha mandato le sue ancelle a proclamare
sui punti più alti della città:
4“Chi è inesperto accorra qui!”.
A chi è privo di senno essa dice:
5“Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che io ho preparato.
6Abbandonate la stoltezza e vivrete,
andate diritti per la via dell’intelligenza”.
(Proverbi 9, 1-6)

La Sapienza di Dio, che altri non è che Gesù, imbandisce una tavola per tutti coloro che vogliono avere vita e saggezza. Non è possibile procurarsele da soli, come maldestramente volevano fare Adamo ed Eva; solo il Signore può somministrarcele come cibo tramite la Sua Parola. Il banchetto della Sapienza è aperto proprio a coloro che se ne sentono meno degni, cioè gli inesperti e i privi di senno, che sono poi quelli che ne hanno maggior bisogno. Ma non si è mai troppo saggi per rifiutare questo invito!

Come il cibo materiale, anche la Parola di Dio ha differenti proprietà: alcune parti di essa servono per costruire, altre per distruggere, altre ancora per essere messe da parte come riserva per i momenti di bisogno.

20Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,
dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
21Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i tuoi figli;
esso si adattava al gusto di chi l’inghiottiva
e si trasformava in ciò che ognuno desiderava. […] 26perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero
che non le diverse specie di frutti nutrono l’uomo,
ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
(Sapienza 16, 20-21; 26)

Nutrirci della Parola del Signore significa ascoltarla e accoglierla. Essa va mangiata con calma, masticata e digerita, prima che diventi parte di noi. E’ bene nutrirsene con poco ogni giorno: non ha senso fare lunghi digiuni alternati a grandi abbuffate, perché ciò ci farebbe stare male e non assimileremmo niente.