IL GIARDINO INTERIORE

* 1 Timoteo 2, 9-15

Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d’oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà.

La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.

Le donne: gli abiti, il trucco, l’acconciatura. La cura del corpo e di tutti i particolari. È bello vedere una donna curata: pettinata, ordinata, pulita, profumata. È bello vederne l’eleganza, scorgerne la grazia in ogni movimento. Non c’è nulla di male nel prendersi cura di sé, e ciò è gradevole anche agli occhi.

Ma per quale motivo una donna si cura tanto? Questo è quello che è importante agli occhi del Signore.

Tutto quello che fa una donna abbia un unico fine: piacere a Dio.

A Dio piace l’ordine, la cura di sé, la pulizia. Perché? Perché queste attenzioni sono proprie di un cuore rinnovato. La donna che si ama non può, infatti, mantenere nei suoi confronti atteggiamenti di trascuratezza e di sciatteria. L’ordine e la cura esteriore sono un riflesso di quelli interiori! E se Dio abita in un cuore, è naturale che onorarlo comporti essere una persona curata e il più possibile piacevole. L’esteriorità è frutto dell’interiorità, mai viceversa.

Da piccola mi dicevano sempre che l’importante era essere belli dentro. Mi sembrava solo una frase fatta, un premio di consolazione per la ragazzina troppo robusta e con l’apparecchio ai denti, che nessuno si filava. Invece stavo ascoltando una grande, e purtroppo ignorata, verità. Chi è bello interiormente, grazie all’aiuto di Dio che abita nel cuore e che conduce a un percorso di purificazione, diventa bello anche fuori.

La bellezza non è oggettiva. Non è bella una donna con un peso adeguato, il fisico tonico e un viso delicato. Non a tutti i costi. È bella invece la donna dotata di un’anima bella e benedetta dall’Amore del Signore. La bellezza di una donna deriva dalla cura del suo giardino interiore. Sono bella perché brilla nei miei occhi la luce di Dio, che illumina il mio sorriso da quando abita nel mio cuore. È Lui che mi fa passare per il mondo con grazia e compostezza. Che bello vedere una donna muoversi con decoro per il mondo: non è spinta dalla voglia di scatenare al suo passaggio appetiti sessuali negli uomini o invidia da parte delle altre, ma si muove con delicatezza per onorare il suo Creatore e manifestare in ogni gesto la Sua presenza viva nel cuore.

Nel punto della “Lettera a Timoteo” che stiamo leggendo, vengono richieste alla donna accortezze che farebbero arrabbiare molte femministe e storcere il naso anche alle persone più disponibili ad ubbidire: è richiesto a ognuna il silenzio e la sottomissione, l’atteggiamento tranquillo e la modestia.

Queste parole sono così distanti dall’attuale modello femminile! Ma il mondo sta andando a rotoli proprio per questo! Le donne non sono in nulla ubbidienti, né a Dio, né al marito, né ai genitori, e questo è il risultato: perversione dei costumi, immoralità, prostituzione e infelicità a dismisura. Questo è il frutto della ribellione.

Bisogna ricordare una cosa: è la donna che fa la famiglia, è lei il modello per i figli, è lei la regina della casa. Se manca di bellezza interiore, la casa cadrà e tutto sarà pervertito. In questo consiste la sua responsabilità. Questo è richiesto da Dio.

“Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità, nella santificazione, con modestia”.

La donna è sottomessa al marito, a lui risponde e a lui si affida. Ma è lui a delegarla alla cura della casa. La donna, tanto attenta a curare se stessa, deve avere ancor più attenzione verso la custodia dell’ambiente domestico. Esso è da adornare con ogni cura e sollecitudine, come manifestazione del suo ordine interiore e della sua bellezza nell’anima.

La casa è lo specchio della donna. I figli sono lo specchio della donna. È la donna ad avere in mano la loro moralità. È lei che tramanda, con l’esempio e l’atteggiamento, ogni valore cristiano.

Le femministe non hanno capito nulla del concetto di libertà: libertà non è ribellione, ma Amore. Amore verso se stesse, verso il marito, verso i figli, verso gli altri. Amore che significa ordine, pudicizia, moralità e grazia presso Dio. Amore che implica volontà di imitare. Amore che è sinonimo di purezza.

La donna, che è sottomessa al marito, ha un compito fondamentale e delicatissimo: insegnare la purezza ai figli, con l’esempio di chi si sente amata da Dio per quello che è e di chi sa che la bellezza deriva dal giardino interiore e non da un trucco provocante.

Possa il Signore aprire il cuore di ogni donna su questo aspetto, affinché le famiglie crescano in santità e purezza. Amen!