* Cantico 1, 12-17: 12Mentre il re è nel suo recinto,il mio nardo spande il suo profumo. 13Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra, riposa sul mio petto. 14Il mio diletto è per me un grappolo di cipro nelle vigne di Engàddi. 15Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi sono colombe. 16Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso! Anche il nostro letto è verdeggiante. 17Le travi della nostra casa sono i cedri, nostro soffitto sono i cipressi.
L’amore tra sposi è splendido e completo. È un’unione carnale e spirituale nel Signore. Lo sposo è chi Dio ha scelto per l’amata, è colui che ne prende l’autorità, è il responsabile della famiglia nascente. La sposa è la sua delicatezza e il suo gioiello più prezioso, è colei che lo arricchisce e gli dona la sua interiorità.
Un matrimonio profuma di nardo, mirra, cipro. Profuma e rinfresca, conforta e riscalda ogni luogo. Un amore nel Signore è soavità e piacevolezza, gioia e candore, purezza e sacralità. L’unione tra sposi è benedetta dall’Alto e sancita da regole e protezione. È un vincolo santo e immacolato, su un talamo non contaminato e reso puro dai due sposi, che rinnovano ogni giorno il loro sì tra le prove della vita.
Fornicazione, impurità e ingordigia sono fuori da queste realtà, e non possono coesistere con esse.
Come amare il proprio compagno di vita, nel rispetto del sacramento e nella completezza del rapporto di cui godono?
* 1 Corinzi 7, 1-5: 1Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l’uomo non toccare donna; 2tuttavia, per il pericolo dell’incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. 3Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. 4La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. 5Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione.
Il Signore parla di dovere coniugale, di autorità sul corpo l’uno dell’altra, e non di piacere e di sfrenatezza! Come può essere ridotto a “dovere” e a “potere su un corpo” un atto fisico così dolce e speciale per gli sposi?
Alla base c’è un concetto diverso di dovere. Per noi esso è un obbligo, un qualcosa che costa fatica fare e che si preferirebbe evitare. Non può essere scansato, è pur giusto rispettarlo, quindi si fa. Qui invece il dovere è inteso come “responsabilità”. Lo sposo, che è un corpo solo con la sposa, ne è responsabile e a lei risponde; così è per la sposa.
Dovere ed autorità si hanno verso se stessi, perché Dio abita in ciascuno e il nostro corpo ogni giorno diventa la Sua tenda. Ognuno è responsabile quindi anche del proprio coniuge, e l’amarlo diventa prima di tutto un gesto di riconoscimento verso se stessi e verso il Dio che è in noi e che ci ha unito al compagno di vita. In questo passo, san Paolo dà per scontato l’amore tra i due, e dà indicazioni solo sul perché è necessario continuare ad amarsi in Cristo, e sul perché amare lo sposo sia dovere ed esercizio dell’autorità verso se stessi. Il sentimento tra i due è evidentemente presente, perché Dio abita in loro singolarmente e si sprigiona in entrambi ogni giorno, rinnovando la Sua fedeltà al progetto d’amore che ha stabilito per loro.
* 1 Corinzi 6, 15-20: 15Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! 16O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. 17Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. 19O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Qualsiasi persona non onori il vincolo matrimoniale e si macchi del peccato di adulterio spezza inevitabilmente questa consapevolezza, e rifiuta a suo danno protezione, benedizione e fecondità.
L’immoralità è un difetto tipico del mondo pagano, e non va né concesso, né permesso nel mondo cristiano. Ogni sposo sia pasta nuova, ed entrambi siano azzimi di sincerità e di verità, perché è stato insegnato e seminato in ciascuno il dovere verso lo sposo e l’amore nel compierlo ogni giorno.
Purezza, castità, sacramento e profumo: elementi indelebili e promessi dal Dio che unisce senza mai separare.