La gloria futura

2 Cor 4: 17-18: «Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne».

Le sofferenze di quest’epoca, che sono le sofferenze di Cristo a nostro favore, stanno operando gloria eterna per coloro che le sopportano con fede. La sofferenza non è solo un fiume da attraversare sulla strada verso la terra promessa, è lo stallone conquistato su cui cavalchiamo in quella terra. La sofferenza come sofferenza in quanto tale è spesso senza significato, ma la sofferenza come è nei disegni di YHWH è sempre finalizzata.

La sofferenza è il parto della gloria. Proprio come le doglie del parto sono, infatti, il bambino che viene espulso dolorosamente dal grembo materno (così che sono le doglie stesse a determinare la nascita e non ci sarebbe nascita senza di esse), così anche le sofferenze di questa vita sono un travaglio di dolori che provocano la nascita della gloria, in noi stessi e nel cosmo (Rm 8, 18-25).

E questo lo sappiamo perché lo abbiamo visto nelle doglie del parto di Cristo che grida come una partoriente (Is. 42,14), mentre porta in Sé sul Calvario le doglie maledette da cui nasce il Suo popolo e per mezzo delle quali la Nuova Creazione è portata all’esistenza, nata nella gloria quando Cristo apre il grembo sterile della terra, risorgendo come Primizia dei morti.

Poiché abbiamo visto il corpo di Cristo crocifisso e risuscitato, e poiché abbiamo visto i frutti della gloria assicurati da quella Passione, e poiché noi stessi siamo membra di quello stesso Corpo, sappiamo che le sofferenze di coloro che sono a Lui uniti non sono mai senza senso o prive di significato. Sappiamo piuttosto che ogni dolore della crocifissione in questa vita è una fitta di travaglio che porta alla nostra nascita alla gloria con e nel Signore risorto.

Lo stallone della sofferenza è stato spezzato e dominato sulla croce, tanto che ora, con le briglie tenute nelle mani ferite del Sovrano Signore, ogni suo passo – sebbene ora doloroso – ci porta lungo il sentiero scolpito dal Calvario di nostro Signore nella terra dei vivi, dove il dolore si trasforma in gioia, dove ogni sofferenza è seme di gloria e dove le nostre lacrime diventano lo stesso vino di beatitudine.

Fonte: www.fullofeyes.com (https://www.instagram.com/p/CSovx25L0m2/