L’ABBANDONO ALLA PROVVIDENZA

* Salmo 126

Se il Signore non costruisce la casa,

invano vi faticano i costruttori.

Se il Signore non custodisce la città,

invano veglia il custode.

Invano vi alzate di buon mattino,

tardi andate a riposare

e mangiate pane di sudore:

il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.

Ecco, dono del Signore sono i figli,

è sua grazia il frutto del grembo.

Come freccia in mano a un eroe

sono i figli della giovinezza.

Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:

non resterà confuso quando verrà a trattare

alla porta coi propri nemici.

L’insegnamento di Dio e i valori del mondo: due cose in netta contrapposizione.

Fin da piccoli, abbiamo visto i nostri genitori alzarsi di buon mattino per andare a lavorare, li abbiamo visti la sera tornare a casa affaticati, e abbiamo ricevuto un insegnamento importante da loro: non essere indolenti, ma lavorare per provvedere a sé e ai cari. Li abbiamo stimati per questo impegno: la loro correttezza e l’onestà nel lavoro, il loro zelo sono stati un valido esempio per farci diventare gli adulti che siamo. Se un figlio vede i genitori lavorare tutto il giorno, non può rimanere con le mani in mano. Inizia anche lui a darsi da fare. Questa è la forza della testimonianza e l’impatto che essa ha per i discendenti. Se i nostri genitori hanno insistito con noi, affinché studiassimo per ottenere un buon lavoro, noi abbiamo recepito con questo gesto che è importante mantenersi da soli e badare a se stessi.

Qui, invece, il Signore sembra suggerirci un messaggio diverso e di straordinaria importanza: “Se il Signore non costruisce la città, invano vi faticano i costruttori”. Allora non tutti i lavori vanno bene? Quali sono quelli benedetti da Dio e quali no? Per tutta la mia giovinezza, ho sbagliato a stimare la mia famiglia per l’amore verso il lavoro e verso l’impegno? Vedere i miei genitori tornare a casa stanchi la sera è allora un segno che il Signore non provvedeva loro a sufficienza?

“Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”.

Non è questo il punto: il Signore benedice ovviamente qualsiasi sforzo compiuto nella famiglia per il bene dei suoi componenti. Questo rientra certamente nel Suo progetto d’amore per noi. Egli è accanto a nostro padre o nostra madre in ogni momento del loro lavoro, veglia sul loro operato e li protegge sempre da distrazioni e da gravi errori. Li apprezza per quello che hanno fatto per la famiglia e per far crescere i figli.

Ma qui il discorso da fare è un altro: chi viene al primo posto nella loro vita? La loro carriera? Il futuro roseo della prole? L’affermazione di sé?

Il messaggio che il Signore ci vuol dare oggi è questo: “Chi mi mette al primo posto, faticherà nel lavoro molto meno degli altri. Io spianerò tutte le strade. Io porrò condizioni favorevoli invisibili all’umanità. Io costruirò in ogni momento il futuro dei figli e dei genitori stessi. Non permetterò che uno si assenti troppo da casa, trascuri la famiglia, si ammali e si infortuni gravemente per lavorare”.

Chi ha messo Dio al primo posto, vedrà la vita volgersi al meglio anche nel lavoro. Abbiamo affidato a Dio la nostra esistenza, lo abbiamo riconosciuto come Signore del nostro cuore, e Lui provvederà a noi anche nel sonno. Così ha promesso e così sta già facendo.

Ed eccoci arrivati alla seconda parte del salmo: “Dono del Signore sono i figli. Come frecce in mano a un eroe”.

Che collegamento c’è tra questa sezione e la precedente? Prima Dio ci ha parlato della Sua provvidenza nella nostra vita, adesso invece ci descrive i figli come un dono. Ma sono proprio i figli che richiedono da parte nostra una maggiore fatica lavorativa! È proprio per loro che mettiamo da parte denaro e sudiamo di più!

“Beato l’uomo che ne ha piena la faretra”, dice il Signore. Sono parole bellissime, ma qual è il nesso?

I figli sono la nostra eredità, la benedizione più grande del nostro matrimonio, il concreto realizzarsi della nostra discendenza. Se noi mettiamo Dio al primo posto, non solo Egli benedirà il nostro lavoro sollevandoci da inutili fatiche, ma anche ci benedirà come chiesa domestica attraverso creature benedette, frutto dell’amore fra sposi e del suo Amore per noi. Ogni figlio è segno dell’Amore di Dio per noi, perché Dio intende, attraverso la prole, manifestare agli uomini la sua Vita e la Sua presenza in un matrimonio. Noi siamo beati, se Dio ha deciso di concederci tanta benedizione! Ogni figlio lo è e, se Dio è al primo posto per noi, non permetterà che manchi nulla a nessuno. Come è sbagliato decidere di non generare figli per motivi economici! Per non parlare dell’idea di abortirli per tale problema! Questo è in abominio al Signore!

“Se il Signore non costruisce la citta, invano vi faticano i costruttori… Ecco, dono del Signore sono i figli…”: adesso questi passaggi ci sono più chiari. Ma come si conclude il salmo? “Non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i propri nemici”.

Il Signore fa riferimento qui ad un momento di vita quotidiana. Il genitore sta concludendo affari alla porta con un suo nemico, probabilmente una persona che lo ostacola nel lavoro o che fatica ad accettare come collega. Forse è un uomo non convertito, che vive la vita seguendo le logiche del mondo e non quelle di Dio. Sicuramente crea problemi al padre di famiglia, del quale non capisce le scelte e che probabilmente deride in cuor suo, per una fede di cui non sa assolutamente nulla.

Bene, l’uomo che ha affidato la sua vita al Signore, che ha visto la Sua benedizione concretizzarsi in una prole numerosa, non rimarrà confuso. Abbondanti sono le testimonianze dategli da Dio. Ogni figlio è una prova vivente, ogni pace nel cuore lo è, ogni riposo quotidiano lo è! No, non rimarrà confuso. I suoi piedi, la sua casa, la sua discendenza sono sopra la roccia. Niente li scalzerà da lì.

Beato quell’uomo, che si è fidato di Dio e che vede ogni giorno le Sue meraviglie. Dio lavora per lui e lo mette al riparo da ogni insidia. Crea per lui una discendenza e lo aiuta con il Suo discernimento. L’abbondanza è nella sua casa, solo perché ha scelto il Dio dell’abbondanza come protettore.

Beato quell’uomo, non resterà confuso mai.

* 2 Corinzi 8, 1-15 da meditare (motivi di generosità)