Le virtù teologali

Un rapporto tra due persone comporta il coinvolgimento di entrambe; è assurdo pensare ad un legame “a senso unico”. Il mezzo tramite cui si sviluppa la relazione è la comunicazione, che può coinvolgere la parola, i gesti, i segni condivisi che fanno intendere alle due parti il senso di ciò che si vuole comunicare. Un rapporto è anche fatto di silenzi, che non necessariamente implicano delle pause, ma si caricano di denso significato noto solo alle persone coinvolte.  Ad esempio, quante coppie o amici si intendono tra loro solo con uno sguardo? O condividono momenti di relax in silenzio, godendo solo della reciproca compagnia?

Prima di tutto, perciò, dobbiamo capire come Dio comunica con noi, per poterci sintonizzare sulla Sua frequenza e rapportarci a Lui. Infatti, per Dio non è un problema essere in relazione con noi: ci conosce e sa tutto. Desidera però che noi possiamo comprendere quello che Lui dice, per poter camminare spediti e sicuri sulle Sue vie. Poiché Dio è amore (1 Giovanni 4, 8), anche tutte le modalità che Egli usa per comunicare con noi sono amore.

Per cominciare, il Signore ci parla tramite la Sua Parola. La bibbia è il mezzo universale con cui chiunque può entrare in relazione con Dio. E’ una lettera, valida nei secoli, che Dio ha scritto all’uomo di ogni tempo. Senza lo Spirito Santo però, essa rimane velata o incomprensibile; sta di fatto che essa attesta Verità eterne. Dio ci parla anche tramite locuzioni interiori, che sempre devono confermare la Scrittura. Queste due modalità sono dirette e verbali, e tramite esse il Signore ci rivela la Sua volontà.

Un altro modo con cui Egli comunica con noi è attraverso le vicende di tutti i giorni che formano la nostra vita. Sia che si tratti di avvenimenti inusuali o di cose di poco rilievo, Dio è dentro ognuna di esse. Quante volte abbiamo capito verità importanti tramite le nostre esperienze di vita? Può trattarsi di dettagli o di prove intense, ma tutto è predisposto da Dio.

Infine, Dio ci parla tramite gli altri: un consiglio, una parola amichevole, un rimprovero… Egli ha posto nella nostra vita delle persone con cui ci indirizza e ci guida (le autorità), ci allieta e conforta (amici, fratelli nella fede). Non solo: Dio si cela anche dietro a coloro che hanno bisogno di noi!

11Qui non c’è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. (Colossesi 3,11)

Una volta capito come Gesù comunica con noi, abbiamo davanti una scelta: ascoltare e fare quello che ci dice, o respingerlo. In questo sta la libertà dell’uomo. Alle tre modalità di comunicazione di Dio (Parola, vicende della vita, persone), noi abbiamo la facoltà di rispondere tramite dei mezzi molto speciali: le tre virtù teologali. Sono chiamate così proprio perché ci rendono capaci di entrare in relazione con Dio (Teos – Dio e Logos – parola, discorso); ci vengono donate dal Signore nel battesimo ed è nostra responsabilità utilizzarle per farle crescere.

Esse sono: la fede, la speranza e la carità. Queste tre virtù sono direttamente connesse e si sostengono l’una con l’altra.

La fede è la nostra risposta a quanto il Signore ci dice tramite la Sua parola, credendo che è Verità e che è degna di fiducia. La speranza è la risposta con cui accettiamo le varie vicende della vita, riconoscendole tutte provenienti dalla mano del Signore, sapendo che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”.

La carità, infine, è la nostra risposta per accostarci alle persone, vedendo Dio in loro e servendoLo, con l’ubbidienza o il servizio.

Queste sono le risposte positive della libertà umana alla grazia e all’amore di Dio; il loro contrario, cioè incredulità, disperazione e durezza di cuore sono sonori “no” al progetto di Dio per ognuno di noi.

13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! (1 Corinti 13, 13)