L’UBBIDIENZA

Ubbidienza significa protezione. Significa pace e serenità. Significa essersi tolti un peso dal cuore: non è più mio compito decidere della mia vita, ma da quando c’è il Signore con me, mio compito è ubbidire alla Sua volontà in me.

Quante notti abbiamo passato insonni non sapendo che cosa fare, tormentandoci per gli errori compiuti e timorosi di commetterne dei nuovi, definitivi e irreparabili. Quanta responsabilità nelle nostre scelte. A volte esse cambiavano la vita anche di altre persone, e dovevamo quindi farle con estrema attenzione! Quale peso sapere di non aver fatto la cosa giusta! Ma come si può fare sempre la cosa giusta, dal momento che non si conosce il nostro futuro? A volte, ciò che ci appariva buono, solo successivamente non si è rivelato tale, ma noi non potevamo certo saperlo! Ogni decisione è stata sempre un calvario e spesso, a consolarci, è stato il dire: “Io dormo tranquillo con la mia coscienza”.

Da oggi in poi, l’unica grande e definitiva scelta è un’altra: ascoltare.

Togliamoci di mezzo e, a ogni difficoltà e decisione da prendere, mettiamoci in ascolto. Di chi? Ovviamente del nostro Creatore, che ci parla nel cuore e ci suggerisce ogni volta il da farsi.

Abbiamo trovato la risposta a tutti i nostri problemi, la soluzione ai nostri tormenti interiori: è Dio che ci suggerirà la cosa migliore! E la cosa migliore, ogni volta e per sempre, è ascoltarlo e ubbidirgli!

L’ubbidienza è il gesto più importante per il credente, ed egli ha in Gesù l’esempio più grande. Lui ha sempre ubbidito al Padre manifestando, con ogni Suo gesto e ogni Sua decisione, la perfetta Volontà del Creatore. Ma come è possibile ubbidire, se non ascoltiamo?

L’ubbidienza a Dio è frutto di un rapporto personale con il Signore, di un continuo dialogo con Chi ci ama e sa tutto di noi. Egli vuole solo il nostro bene e la nostra santificazione, e ciò non ci trarrà in inganno! Se noi non abbiamo con Dio un rapporto di conoscenza e di amicizia, come possiamo ubbidirgli?

Adesso è più chiaro che i farisei non potevano ubbidire a Dio, perché non conoscevano il Cristo come suo Figlio! Anche se eseguivano con scrupolo i comandamenti della Legge, non sapevano minimamente cosa stavano facendo! Tutto si limitava a una semplice e mera formalità! E, non avendo con Dio un rapporto personale e sincero, fecero l’errore più grande per loro e per il loro popolo: uccidere il Salvatore!

Ubbidienza a Dio non significa rispettare delle regole o compiere riti formali, ma conoscerlo. Se lo conosco, se lo onoro e mi umilio a Lui, Lui mi parlerà e io, con l’ascolto della sua Parola, compirò la Sua volontà. Fino al giorno in cui non lo conoscerò, continuerò a sbagliare e a sbagliare. Magari Lui, nella Sua immensa generosità, metterà nel mio cuore le scelte da fare. Riuscirò lo stesso a non perdermi. Ma solo per Sua grazia. Niente altro che per Sua grazia. Quando me ne renderò conto, non potrò che commuovermi per l’immenso Amore che ha per me. Un amore che va oltre il mio abbraccio e il mio sì a Lui, è incondizionato.

D’ora in poi non dobbiamo più preoccuparci del nostro futuro: Dio ce lo mostrerà. Dobbiamo invece porci una domanda diversa: sarò disposto a fare quanto mi dice? Vorrò fare la Sua volontà? Mi starà bene ciò che Dio mi propone?

Purtroppo, l’uomo ha questo ardire. Quell’io, che è stato messo sulla croce per far posto a Dio, continua a far leva sulle sue decisioni. E questo genera tutti i problemi che l’uomo ha.

Dal non sapere cosa scegliere, a saperlo e non volerlo fare. Dal non sapere cosa è il bene, a saperlo e pensare che non sia vero.

Da quando Dio è con me, da quando lo ascolto e mi lascio consigliare, ho un nuovo e assurdo problema: fidarmi di Lui. Credere che ciò che mi dice sarà il mio bene. Dubitare. Fermarsi. Adirarsi. Discutere. Scappare e non volere. Piangere e ribellarsi.

Crescere nella fede e nel rapporto con Dio significa ascoltarlo e ubbidirgli. Rinnegare i nostri desideri e perdersi nei Suoi. Accettare e volere fare la Sua volontà. Correre e sorridere. Abbracciarlo e ringraziarlo. Fidarsi anche quando non si capisce e affidargli l’intera esistenza. Questo è amare Dio. Questo è conoscerlo. Questo è dichiararsi Suoi figli. Non c’è tempo per i “se” e per i “ma”. È tempo di dimostrargli quanto è importante per noi, quanto desideriamo la sua compagnia. La Sua istruzione ci salverà. Ci guiderà e ci mostrerà meraviglie.

Ubbidiamogli senza riserve. I frutti abbondanti sono lì che ci aspettano.