NON AVRAI ALTRO DIO ALL’INFUORI DI ME

* Genesi 22, 2: Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò.

Chi decide di seguire il Signore, compie per la sua vita una scelta definitiva. Una scelta esclusiva, di benedizione e di protezione.

Abramo aveva scelto l’amicizia del Signore, per Lui aveva lasciato tutto e si era incamminato, a tarda età, verso la terra promessa. Aveva un desiderio nel cuore: un figlio, benedizione del suo matrimonio con la moglie Sara. E già il Signore aveva provveduto anche a questo, promettendogli ben di più: un figlio con il quale avrebbe stabilito un’alleanza eterna. Abramo non sempre riuscì a credere alle parole del suo Dio ma, nonostante qualche incertezza, riuscì a proseguire nella strada indicata e finalmente, all’età di cento anni, divenne padre di Isacco, nome che significa “Dio sorrida”.

Abramo, Isacco e Dio: tre membri di un’alleanza eterna e di un’indissolubile amicizia.

Un giorno però Dio chiede all’amico il più insensato tra i sacrifici: la vita di Isacco come onore al Signore. Dio non solo voleva provare la fedeltà dell’uomo (questo già lo aveva fatto negli anni precedenti) ma, soprattutto, era interessato a sapere “chi” era al primo posto nel cuore dell’anziano.

Dio non si accontenta dell’amore o della fedeltà di un suo discepolo. Vuole il primo posto. Vuole essere al centro del nostro cuore. Vuole essere il nostro primo pensiero ed impegno, la nostra risorsa principale, il nostro più grande riferimento e sostegno. A Lui va dato il nostro cuore interamente, senza “se” e senza “ma”.

Con l’assurda richiesta fatta ad Abramo, Dio stava domandando all’uomo: “Chi ami sopra tutti? Qual è la cosa più importante per te? Per chi ti svegli la mattina? Dove vanno i tuoi pensieri ogni giorno? Chi onori sopra ogni cosa?”

Abramo, nei tre giorni di cammino per arrivare al monte Moria, ha queste domande nel cuore e stavolta, senza alcuna titubanza, decide di sacrificare il figlio tanto amato. “Tu sei, mio Dio, la persona che più amo, a cui penso per primo ogni giorno, che onoro sopra ogni cosa”. Questo è ciò che c’è nel cuore di Abramo. Questo è ciò che Dio stesso bramava di sapere.

La domanda che fa Dio ad Abramo è rivolta a tutti noi: chi c’è al primo posto nella nostra vita? Abbiamo scelto Gesù come Re del nostro cuore, oppure non ancora? Non basta aver deciso di voler bene a Gesù, di aver abbracciato il suo Amore e di avergli promesso fedeltà.

Dio vuole il nostro cuore. Dio desidera che noi gli apparteniamo fino in fondo, che siamo disposti per Lui a rinunciare a qualsiasi altro bene. Dio vuole tutto di noi. È per questo motivo che tutto ciò che possediamo e che abbiamo ricevuto da Lui, a Lui va riconsegnato. Come gesto concreto del nostro amore e della nostra incondizionata fiducia in Lui. Come espressione del massimo amore che noi possiamo concepire. È questo il giorno in cui noi diciamo apertamente chi è davvero il dio della nostra vita.

Abramo porta a Dio suo figlio Isacco, il figlio della promessa e della discendenza numerosa, l’unico figlio amato e tanto desiderato.

Noi cosa abbiamo da offrire a Gesù? Cosa di più caro possiamo consegnargli come segno del nostro amore per Lui?

Stiamo certi di una cosa: non sarà una facile consegna. Il pensiero ci strazierà dal dolore, saremo tentati di tornare indietro e scappare. Ci sembrerà un sacrificio ingiusto e crudele. Un atto terribile e senza senso. Invece ha tutto il senso del mondo: Dio cerca uomini che vivono per Lui, che si fidino di Lui e che lo amino sinceramente sopra ogni cosa. Un amore libero, ma al tempo stesso pieno di ubbidienza. Se ci fidiamo di Dio, nulla di male ci potrà accadere. E così sarà.

I figli di Dio si trovano tutti davanti a questa domanda, ma è proprio adesso che si riconoscono tali. Finora hanno solo ricevuto da Dio: chi affetto, chi sostegno, chi lavoro, chi discendenza. Ma sanno amarlo quando Egli chiede qualcosa? Sanno riconoscerlo ancora come Dio della loro salvezza? La loro è una fede autentica, o viziata dai doni abbondanti e inimmaginabili che hanno già ottenuto?

Chi è Dio per noi? È il nostro amore più grande? È la risposta a tutte le nostre esigenze? È sempre il Dio della pace?

Quello che rispondiamo nel nostro cuore verrà presto alla luce. Dio ci porterà al monte Moria e lì Egli saprà cosa noi scegliamo. Dio deve saperlo, e anche noi stessi.

Dio cerca uomini consacrati a Lui e pieni del Suo santo timore. Uomini disposti a seguirlo dovunque, fedeli e fiduciosi, sempre.

Nei confronti di Dio, dobbiamo avere un atteggiamento positivo tutti i giorni, sia che ci elargisca le Sue benedizioni, sia che ci chieda il più grande dei sacrifici. È sempre lo stesso Dio, è sempre Colui che ci ha salvato.

Ma noi, siamo sempre gli stessi nei suoi riguardi? O mentre riceviamo i Suoi doni siamo in prima fila pieni di amore, e mentre ci richiede qualcosa gli serbiamo rancore? Dio vuole che il nostro cuore sia puro, non doppio nei suoi confronti!

“Non avrai altro Dio all’infuori di me”: questo non è solo un comandamento, ma una condizione necessaria per seguirlo e per dimostrargli la massima fiducia. Non dobbiamo mai avere paura di Lui e di quanto ci chiederà. Vuole il meglio per noi, in ogni caso.

Piuttosto, nel nostro cuore chi c’è al primo posto?

* Ezechiele 44, 4-31 (regole di ammissione al tempio, i leviti, i sacerdoti)

*Daniele, 3, 34-36 (cantico di Azaria nella fornace)