OCCHI, CUORE E MANI PER DIO

Il figlio di Dio che si è fatto servo per Lui gode del Suo occhio per intercedere per l’umanità.

L’occhio di Dio: è luce che irradia il creato, fiamma che brucia quanto non viene da Lui, eternità che si affaccia nel mondo, fiume d’amore su quanti invocano il Suo santo Nome.

Ogni servo del Signore ha ricevuto in dono l’occhio di Dio, non solo per vedere e capire, ma soprattutto per amare, servire e perdonare. Questo ha scelto Dio per noi e a questo noi ci siamo incamminati.

Noi godiamo di una grazia preziosa: l’occhio di Dio su di noi e l’occhio di Dio in noi per il mondo. Questo è un dono enorme: alla fede per vedere e proclamare, si aggiunge col servizio l’Amore per curare ed operare. Grazie all’amore di Dio possiamo così compiere la nostra missione di vita e il nostro percorso in Lui.

Non temiamo mai per il nostro domani, ma viviamo ogni giorno nel dono di noi stessi e nel trasmettere il cuore di Dio a quanti incontreremo.

Non pensiamo mai di essere inadeguati al compiere fattivamente la missione che Dio ci ha assegnato, perché è Dio che portiamo in ogni ambiente, non noi stessi con la nostra presenza. Qui ad essere competente può essere soltanto Lui! Competenza infatti significa essere all’altezza, idonei e riconosciuti per ciò che si sa fare. E il Signore è o non è competente in tutto?

Una volta che abbiamo compreso questo, è necessario donare quanto abbiamo ricevuto al prossimo.

Dio ci ha chiamati, abbiamo parlato con Lui, Gli abbiamo donato il nostro cuore e le nostre mani, adesso possiamo e dobbiamo esercitare la Sua autorità, che è pure servizio. Come?

– Intanto cominciando a pregare. La preghiera di Salomone può essere un buon canovaccio.

* Sapienza 9: 1“Dio dei padri e Signore di misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, 2che con la tua sapienza hai formato l’uomo, perché domini sulle creature fatte da te, 3e governi il mondo con santità e giustizia e pronunzi giudizi con animo retto, 4dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, 5perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, uomo debole e di vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. 6Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini, mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla. 7Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie; 8mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte, un altare nella città della tua dimora, un’imitazione della tenda santa che ti eri preparata fin da principio. 9Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Essa infatti tutto conosce e tutto comprende, e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria. 12Così le mie opere ti saranno gradite; io giudicherò con equità il tuo popolo e sarò degno del trono di mio padre. 13Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? 14I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, 15perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla grava la mente dai molti pensieri. 16A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi può rintracciare le cose del cielo? 17Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall’alto? 18Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito; essi furono salvati per mezzo della sapienza”.

– Ascoltando ciò che Dio ci suggerisce nel cuore.

– Eseguendo, come possiamo e sappiamo, quanto Lui ci dice.