“Suo principio assai sincero è il desiderio d’istruzione; la cura dell’istruzione è amore.” (Sapienza 6,17)
La sapienza è alla portata di tutti. Non è per i nobili, non è per i colti, non è per i possidenti. La sapienza è di coloro che desiderano conoscerla! Ma come si può conoscere ciò che è giusto e ciò che è degno di ogni lode? Bisogna avere tanta, tanta umiltà. Bisogna essere docili, disponibili, sottomessi. Occorre riconoscere che c’è un Dio al quale chiedere ogni istruzione. Occorre sentirsi dipendenti da Lui, altrimenti sarà impossibile conoscere. Ambire alla sapienza è possibile solo se si accetta di non avere in se stessi la risposta. Non si può riconoscere un dono se non si sente la sua mancanza. Un cuore che accetta di essere di per sé limitato è pronto ad accogliere il bene che Dio intende donargli. La sapienza aspetta solo un nostro sì, ma esso non avverrà senza il nostro intimo desiderio di conoscenza. Doniamoci a lei, e lei sarà in noi a illuminare il nostro cammino. La sapienza va accolta con amore, come una sposa: così terminerà la nostra aridità e Dio sarà con noi. A conferma leggiamo 1 Corinzi 2, 6: 6Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla. La sapienza è per noi dall’alto e solo chi si affida a Dio può incontrarla.