“fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture” (1 Corinti 15, 4)
Gesù sperimenta, come noi, la sofferenza, il dolore, sia fisico, sia interiore. Ha una missione da svolgere, come ciascuno di noi. Ha difficoltà e dispiaceri, e come accade a noi, arriva anche per Lui il momento della dipartita e dell’addio. Fino al giorno di morte, la vita di Gesù può sembrare perfettamente simile a quella di un altro. Ma dopo tre giorni, Egli risuscitò. Come è possibile? Perché Lui non è solo un uomo, ma Figlio di Dio! La vita di Gesù non è per noi solo esempio di un Dio che ci ama tal punto da morire per noi, ma è anche segno della nostra eredità e del nostro destino. Come Gesù, sperimentiamo carnalità e mali del mondo, ma altrettanto siamo chiamati alla vita eterna e alla resurrezione. Gesù è la nostra eredità e con Lui possiamo risorgere. Non solo nell’ultimo giorno, ma anche nella nostra vita terrena, facendo morire noi stessi per vivere fin da ora una vita nello Spirito e non più nella carne.