Pensiero della settimana – SENZA FALSI PIETISMI

“Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.” (1 Corinti 15, 9)

Molti di noi si perdono in tante rassegnate considerazioni su se stessi. È fin troppo facile trovare motivi e prove su quanto siamo inadeguati e peccatori. Ciascuno conosce le proprie colpe e debolezze, ma tende a giustificarsi spesso per quello che fa o che è di sbagliato. Alterniamo continuamente tra depressione per le nostre incapacità e vittimismo per la mostra condizione umana. Ebbene, questi due estremi non ci porteranno mai da nessuna parte, perché in entrambi c’è tanto giudizio e poca verità. Paolo non si elogia di certo ripensando al suo passato, ma è in grado di confessare con lucidità quanto era lontano dalla via della vita. Lo fa senza vittimizzarsi, prova dolore e dispiacere, ma è distaccato e sincero. La sua ammissione è piena di lacrime, ma principalmente è vera e profondamente attaccata al punto centrale della questione: solo Dio è in grado di far cambiare tenebra in luce, morte da vita. Paolo lo sa. E in questa grazia che ha ricevuto deriva il suo pentimento e rinnegamento della vita trascorsa. Senza farla troppo lunga, egli ammette il suo peccato e, così facendo, ne diviene libero.