“Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro?” (1 Corinti 15,29)
Se i morti non resuscitano, a cosa serve la fede? Se tutto quello che avviene non porta conseguenze per l’eternità, che senso ha la nostra vita? Si riduce a un nulla il nostro mangiare, dormire, respirare. A cosa serve il battesimo, cioè la nostra adesione a Cristo, se non c’è l’eternità? Credere in Dio significa sapere che Lui è un Dio dei viventi, che non ci abbandona e non ci lascia mai soli. Ma se tutto è concluso qui sulla terra, in che cosa consiste la nostra speranza? L’idea dell’eternità ci porta a scommettere su Dio e sulla Sua azione salvifica. Lui è con noi, ci ha eletto Suoi figli e pertanto ci ha destinato il regno celeste per sempre. Ha inviato il Figlio per testimoniarcelo! Ma se Dio non ci fa stare con Lui dopo la morte, come può realizzare le Sue promesse? Con la nostra professione di fede dichiariamo non solo la Sua esistenza, ma pure il nostro destino. Eterno e non perituro, per noi e per quanti Lo hanno scelto.