Pensiero della settimana – INVITO A PAZIENTARE

“Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.” (1 Corinti 15,32)

Siamo pervasi da una mentalità consumistica: cogliere l’attimo, approfittare delle circostanze, vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Il pensiero del mondo è l’opposto di quello cristiano: aspettare, sopportare, perseverare. A quale fine? La comunione eterna con Dio. Chi non crede in Dio non può capire questo atteggiamento: dopo la morte c’è il nulla, tanto vale vivere all’estremo e godersi quanto accade. I pericoli, le tristezze vanno assolutamente evitate, perché a nulla porta il soffrire, se non a fortificarci fino ad indurirci. Chi vede l’eternità come destino, mette Dio al centro; chi vede invece la fossa, esalta se stesso. Paolo tutto sopporta per il suo prossimo, perché è sua necessità proclamare il messaggio divino di resurrezione e salvezza. Costi quello che costi. La nostra società non pensa al fratello, ma solo all’individuo. Non accetta di scontare nulla, perché ogni giorno è prezioso e non torna più. Si vive per l’oggi, perché il per sempre non esiste. Se così fosse, Paolo ha vissuto invano. O peggio, il Figlio dell’uomo è morto per nulla. Questo è inaccettabile e falso. Togliamoci di dosso ogni egoismo e troveremo con noi la Sua divinità.