Salire o rimanere a valle?_siate santi

18Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. 19Allora dissero a Mosè: “Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!”.20Mosè disse al popolo: “Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate”.21Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio. (20, 18-21)

La vetta del monte, vista da basso, ci appare irraggiungibile e ci spaventa, perché la immaginiamo piena di pericoli. Ma si ha paura solo di ciò che non si conosce, e non si può conoscere qualcosa se non ci avviciniamo ad essa. Il Signore ci parla e ci incoraggia anche se indugiamo, ma finchè stiamo a valle il nostro rapporto con Lui è molto limitato. Egli ci appare distante e noi possiamo essere fuorviati da inganni e menzogne.

Solo se avremo il coraggio di avvicinarci con sacro timore (ma non con paura) a Dio, scopriremo che il monte è molto più sicuro della valle e che le cime, con pazienza e tenacia, possono essere raggiunte. Camminando, conosceremo sempre meglio il Signore, e il nostro amore per Lui si fortificherà. Man mano che saliremo, inoltre, scopriremo che tutta la realtà sottostante si chiarifica: riusciremo a vedere noi stessi, le persone e le situazioni nella Verità.

Ma cosa succede se decidiamo di restare a valle invece che salire sul monte? Si tratta di una scelta umanamente comoda, ma non vantaggiosa. La valle è esposta alle razzie ed incursioni del nemico; in tempi di tranquillità può apparire gradevole, ma è questione di tempo prima che si riveli un luogo pericoloso.